di Gloria Callarelli
Il Parlamento Europeo, riunito in seduta plenaria a Strasburgo, ha votato favorevolmente alla proposta di regolamento del Consiglio relativo alla competenza, alla legge applicabile e al riconoscimento delle decisioni e all’accettazione degli atti pubblici in materia di filiazione e alla creazione di un certificato europeo di filiazione. 366 voti favorevoli, 145 contrari e 23 astenuti. Il voto, spiega Pro Vita e Famiglia, è un chiaro tentativo di imporre “il riconoscimento dei genitori omosessuali e così anche legittimare pratiche aberranti come l’utero in affitto, la compravendita di gameti e la procreazione medicalmente assistita, anche quando queste sono già illegali e vietate negli Stati”.
Di questo e di tutti gli altri atti aberranti targati UE tipo gender nelle scuole, agenda 2030 guerra e chi più ne ha più ne metta, se ne parlerà alla conferenza di venerdì 15 dicembre alla sala Ater di Verona al convegno organizzato da APF per contrastare le politiche di questa Europa. Tra gli invitati Palmarino Zoccatelli, dell’associazione Veneto Russia, che conferma: “Purtroppo, da questo parlamento europeo e dalla stessa UE, non può arrivare nulla di buono: sono anni ormai che da questo consesso arriva ogni genere di porcheria; già nel 1994 furono approvati i cosiddetti matrimoni omosex , che poi aprirono la strada alla loro introduzione nelle legislazioni nazionali. L’ unica cosa da fare è uscire da questa malsana Unione Europea“.
Francesca Menin, di Verona per la libertà, presente come relatrice alla serata, spiega: “La società fluida, senza figli che inquinano (questo è scritto sui manifesti cittadini di alcune città europee) e la distruzione della famiglia come prima cellula comunità, creano persone sole, disorientate e senza identità che diventano consumatori inconsapevoli della nuova normalità. Individui che sfogano gli istinti sessuali nel metaverso, che possono acquistare figli partoriti da una donna che versa in condizioni di povertà, per soddisfare i capricci dell’occidentale moderno, individui che ricorrono alle cliniche per il cambio di sesso. Su quest’ultimo punto, noi in Veneto siamo già avanti, grazie al presidente Zaia. Nessuno nega l’esistenza della disforia di genere ma c’è una medicalizzazione eccessiva, allo scopo di aumentare i profitti milionari di queste cliniche. Un bambino che gioca con le bambole non è uno scandalo: scandaloso è vederci esclusivamente un potenziale “cliente” e non considerare invece che da grande potrebbe essere un buon padre: questa UE è un malato irreversibile, irriformabile, gli Stati devono riprendersi la loro piena sovranità”.
Vito Comencini, anche lui relatore alla conferenza, già parlamentare, sottolinea infine: “La perdita dei valori tradizionali di quella che era la gloriosa Civiltà Classico Cristiana dell’Europa, ha portato allo sfacelo della società di oggi, infarcita di relativismo e disvalori. Solo recuperando quei principi, si può tornare a far splendere il nostro continente. Rimane certamente uno zoccolo duro di buoni e coraggiosi cristiani da cui ripartire”.
Non mancate venerdì 15 dicembre all’appuntamento delle 20.30 alla sala Ater di Verona.