di Vito Comencini
Il conflitto in Ucraina prosegue e dopo i mille proclami sulla controffensiva di Kiev, tra la fornitura di carri armati e caccia, che dovevano essere decisive a favore degli ucraini, la realtà si dimostra un’altra. Ebbene è l’esercito della Federazione Russa ad avere la meglio, contro tutti i pronostici disfattistici della propaganda occidentale. Le truppe di Putin hanno preso altre città e nonostante ora sia arrivato il “Generale Inverno”, sembrano in procinto di avanzare ancora e mettere a kappao definitivamente la “controffensiva” ucraina. Rispetto a tutto questo, ciò che però prende ancora una volta piede è la macchina delle balle massmediatiche che ci bombardano ogni giorno.
Ecco allora che la visione disfattista della Russia continua con nuove e sempre più fantasiose ipotesi. L’ultima è quella della “carenza di uova” per fare la tipica insalata russa, in vista del Capodanno e poi del Natale ortodosso russo. Una delle voci del regime propagandistico occidentale è certamente il quotidiano “Repubblica”, che oggi titola: “Russia, prezzi alle stelle: in coda per le uova come ai tempi dell’Urss”.
Insomma la notizia di pochi mesi fa, secondo cui il Pil è in crescita rispetto all’inizio della guerra, è acqua passata e bisogna invece tornare a raccontare una Russia in sfacelo completo. Niente di più falso e generalizzato ovviamente rispetto ad un paese che ha reagito alle sanzioni, invece, proprio incentivando e sviluppando la produzione e quindi i consumi interni, probabilmente anche di uova per l’insalata russa o da mettere nel borsch, oltre alle esportazioni verso altri paesi; ma soprattutto nuovi e grandi mercati in espansione come quello cinese, indiano, del Pacifico e dei paesi arabi. Quindi ancora una volta: se la guerra va male sul campo, bisogna sostenere il contrario o almeno distrarre la massa, con notizie catastrofiche sull’avversario che avanza. Forse proprio come diceva Chesterton siamo arrivati nel momento in cui “spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”.