di Gloria Callarelli (foto: localteam/youtube)

Condanne a oltre otto anni per tutti gli imputati del 9 ottobre, data della ormai storica protesta contro il Green Pass consumatasi di fronte al sindacato CGIL di Roma; sindacato che, nel 2021, come altri soggetti in quel momento, accettò di veder finire a casa molti lavoratori privi di certificato da vaccino Covid, anzichè difenderli, pur di meritarsi la mano sulla spalla da parte di Draghi.

Decise le reazioni a caldo in aula, come pure quelle a mente fredda fuori. L’avvocato Di Nanna, come già sostenne nella sua arringa, sollevò la questione del processo politico. Questione che oggi, considerando le condanne, resta apertissima. Fiore, segretario di Forza Nuova, che invita le persone ad uscire e non tocca nulla nella sede del sindacato, viene comunque accusato di essere la mente di chissà quale fantasmagorico crimine e si prende 8 anni e mezzo di condanna. Luca Castellini, fermo immobile e a bocca chiusa di fronte la CGIL, condannato a oltre otto anni, resta un mistero oltre che un obbrobrio giudiziario. Lo stesso dicasi per gli altri imputati che, da filmati, si vede chiaramente come, in mezzo ad una folla di migliaia di persone, che per logica, se non vi sono risvolti politici, allora dovrebbero essere tutte condannate, non “devastino” nulla. Senza contare che non si comprende come si arrivi a parlare di devastazione nella circostanza, a partire dai danni, esigui. E’ l’Italia dello youtuber che uccide un bambino, e patteggia 4 anni, o dell’uomo che uccide la moglie e ne prende 12. Nella circostanza, per delle scrivanie rotte, ancora non si sa da chi, 8 anni e mezzo.

L’avvocato Di Nanna, difensore di Lubrano, sottolinea: “Ribadisco quanto sostenuto con forza nella mia arringa. Il processo è stato sin dall’inizio caratterizzato da una spinta prevaricatrice della ragion di Stato sul diritto e le prove. È stato, inoltre, un processo politico perché connotato da un palese interesse di tipo politico alla criminalizzazione e condanna degli imputati: ieri la favola dello stragismo fascista, oggi quella dell’assalto squadrista e fascista alla sede della CIGL?”

L’avvocato Trisciuoglio, difensore tra gli altri di Fiore, infine, ammette: “Disillusione di poter ancora credere all’affermazione giudiziaria di “Verità e Giustizia”: l’odierno verdetto ci consegna, di contro ogni aspettativa, un giudicato “politico” esaltando con un insano pressapochismo l’arroganza del sistema che ghigliottina, attraverso il potere giudiziario, senza pietà quel dissenso che nacque come manifestazione gioiosa dei centomila italiani di Piazza del Popolo. Oggi possiamo decretare la morte dello Stato di Diritto e l’instaurazione dello Stato di Polizia”.

Tutto questo mentre gli esecutori materiali dei fatti all’interno del sindacato sono ancora da identificare, vedi ignoto1, che apre la porta ai manifestanti. Attendiamo ora di vedere che ne sarà dell’assalto alla sede di Pro Vita da parte di un gruppo di sedicenti femministe che addirittura sembra avessero intenzione di dare fuoco alla struttura. In questa Italia… forse il finale è fin troppo scontato. Un processo, questo sulle proteste No Green Pass, che ad ogni modo resterà nella storia della (mala)giustizia italiana. Come resterà nella storia la protesta del 9 ottobre a Roma, che è protesta di popolo prima di tutto. E questa, spiace per il sistema, nessuno la cancellerà mai dalla storia. Nemmeno i tribunali.

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