di Luigi Cortese
Il maggiore quotidiano finanziario al mondo dà la colpa della stasi economica/finanziaria italiana alla mancanza di meritocrazia. Dall’analisi svolta dal Wall Street Journal (WSJ) esce un ritratto del bel paese a dir poco sconcertante. Dalla situazione dei taxi, passando dai balneari per finire alle disparità stipendiali tra uomo e donna.
Il giornalista Eric Sylvers, lo scorso 26 dicembre, con un reportage dal titolo “Perché l’economia italiana non riesce a ingranare? Consideriamo le fila dei taxi”, racconta come trovare un taxi nella capitale finanziaria italiana, Milano, sia un’ impresa ardua che, durante le settimane degli eventi, diventa ancora più disarmante. Sylvers attribuisce la colpa di questo “disservizio” alla pressione di tassisti sui vari governi per evitare l’arrivo ed il proliferare di aziende come UBER.
Il WSJ inoltre attacca l’Italia anche sull’assenza di politiche sul lavoro, che portano l’Italia ad essere il fanalino di coda dell’Europa per occupazione femminile. Secondo il giornale è l’assenza di servizi di assistenza all’infanzia che spinge le donne a scegliere la cura dei figli ad un lavoro. Sempre sul lavoro altra mancanza è la meritocrazia, situazione che porta ad avere un’alta disoccupazione giovanile visto che in Italia si continuana premiare l’anzianità e non le capacità dei singoli.
Infine i balneari, su cui il WSJ sembra dare un colpo diretto al governo di Giorgia Meloni; ricordiamo infatti come lo stesso si sia scontrato con la commissione europea: “Le spiagge italiane offrono”, spiega il WSJ, “un altro spaccato della mancanza di concorrenza e della resistenza al cambiamento. Anno dopo anno, le stesse aziende pagano alle autorità pubbliche una piccola tassa per ottenere concessioni lucrative per affittare ombrelloni e sedie reclinabili ai bagnanti. L’UE si è lamentata della mancanza di gare d’appalto pubbliche e delle entrate insignificanti che il governo italiano raccoglie per questi privilegi. I problemi delle spiagge e dei taxi italiani dimostrano che i problemi del Paese sono legati a leggi sbagliate, piuttosto che a una mancanza intrinseca di talento o di imprenditorialità nel Paese”.
Non posso e non voglio nascondermi dietro a facili nazionalismi: l’Economia italiana ancora oggi è sotto i livelli del 2007, secondo il WSJ infatti “una delle ragioni principali della stagnazione italiana è il potere dei gruppi di interesse che ostacolano con successo gli sforzi per stimolare la concorrenza, l’innovazione e la produttività”. Naturalmente WSJ in questo caso fa da cassa di risonanza delle élite mondiali che puntano a destabilizzare l’economia nazionale con allarmismi, un po’ quello che successe per far cadere il Governo Berlusconi. Ma questa volta il Governo Meloni si è mostrato molto sensibile ai richiami internazionali, quindi molto probabilmente l’effetto voluto è quello di un cambio di rotta dell’esecutivo. Staremo a vedere.
io credo che in Italia serva un drastico cambiamento economico, con scelte coraggiose: staccarsi dall’Europa, statalizzare le raffinerie e i maggiori produttori/trasformatori di materie prime, rilancire artigianato, agricoltura e le industrie; abassare drasticamente le tasse. Riuscire ad inalzare la qualità dei servizi nazionali: sanità, trasporti, scuole, università e dare un grosso contributo allo sviluppo e alla ricerca. Rilanciare verso l’alto gli stipendi.
P.S.
non sono un’economista na un semplice italiano metalmeccanico
Bisogna sradicare l’ albero malato dalla radice, curare alcuni rami non servirebbe: abbandonare il Capitalismo ed anche le toppe pseudo Socialiste apportate di tanto in tanto che sono pressoché inutili, dare un tetto massimo alla ricchezza oltre il quale i privati speculatori non possono andare ricchezze concentrate in pochi gruppi o famiglie sono da abolire e ridistribuire le ricchezze e le industrie ai cittadini con l’abolizione del salario e la partecipazione diretta dei lavoratori ai dividendi, ciò è una società basata sul Distributismo. E per fare questo ci vuole il Ribaltone !