di Luigi Cortese

Approvata la seconda legge di bilancio del Governo Meloni, scongiurando in extremis l’esercizio provvisorio.

Il via libero definitivo dalla Camera è arrivato con 200 voti favorevoli e 112 contrari. Dall’anno prossimo ci saranno varie misure legate ai nuovi bonus, in più entrerà in vigore la riforma delle pensioni, resterà il taglio del cuneo fiscale per i dipendenti e cambieranno le aliquote Irpef.

Molte delle quali solo misure di facciata. Per esempio le pensioni: con quota 103 potranno andare in pensione anticipata migliaia di italiani, ma con penalizzazioni sia economiche che temporali con l’allargamemto della finestra di uscita a 7 mesi per i dipendenti privati e 9 per i pubblici; l’Ape sociale l’età minima si alzerà a 63 anni e 5 mesi, mentre per Opzione donna salirà a 61 anni, con una riduzione di un anno per figlio, fino a un massimo di due anni. Opzione donna, infine, resterà rivolta a lavoratrici caregiver, con invalidità al 74% o licenziate.

In manovra troviamo anche novità su Iva e Irpef, l’Iva sale al 10% su pannolini, prodotti per l’infanzia e assorbenti. La cedolare secca per gli immobili in affitto breve aumenta al 26%, ma solo per chi affitta più di una casa e solo dal secondo immobile in poi. La modifica più importante però è quella alle aliquote Irpef: la tassa sul reddito cambierà, portando uno sconto a chi guadagna più di 15mila euro all’anno, e soprattutto nella fascia tra 28mila e 50mila euro.

Per gli stipendi dei lavoratori dipendenti, nel 2024 resterà in vigore il taglio del cuneo fiscale. Ma in verità si tratta di una riduzione dei contributi da versare in busta paga, pari a 6 punti fino a 35mila euro di reddito e a 7 punti fino a 25mila euro di reddito. In pratica da gennaio 2024 non ci sarà nessuna differenza visibile nel proprio stipendio.

Concludendo ci troviamo davanti all’ennesima manovra fuffa, di un Governo che ha dimostrato di non essere all’altezza del compito. Ancora una volta vediamo applicare fantomatiche formule matematiche che alla fine penalizzano il popolo, ma che vengono presentate come riforme straordinarie. Dov’è l’abolizione della Fornero? Dove sono le cancellazioni delle accise? Dove gli imprescindibili importanti interventi per la famiglia? Inutile dire che sono rimaste promesse elettorali come tutte le altre.

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