di Vincenzo Maida

Com’era più che prevedibile, la vicenda dello sparo con conseguente poi ferimento di un uomo alla festa dell’ultimo dell’anno nella sede della Proloco del comune di Rosazza in provincia di Biella, utilizzata per l’occasione dalla sindaca Francesca Delmastro, sorella del sottosegretario al Ministero della Giustizia Andrea Del Mastro, è sulle prime pagine di tutti i quotidiani e terrà banco sui media nei giorni a venire. Molto improbabilmente sarà derubricata ad un semplice incidente e una goliardata con maldestra superficialità dei protagonisti.

Ma cosa è successo secondo quanto le cronache riferiscono? Il deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo dopo la mezzanotte si è unito alla festa di capodanno armato di una mini pistola, capace però di fare danni. Dalla sua pistola è partito accidentalmente un colpo che ha ferito alla gamba il genero di un agente delle scorta di Delmastro: le sue condizioni non sono gravi ed è stato dimesso con pochi giorni di prognosi, ma poteva finire in tragedia. Prima l’indisposizione fisica, poi un sondaggio di Pagnoncelli per il Corriere della Sera che, per la prima volta, per il governo ha registrato che i giudizi negativi sono superiori a quelli positivi, ora questo episodio increscioso su cui l’opposizione si è buttata a capo fitto, per Giorgia Meloni il 2024 inizia male. Va altresì aggiunto che corrono voci sui malumori in Europa di alcuni poteri che contano e che hanno preso piuttosto male la scelta di non ratificare il MES.

Ma chi è il deputato Emanuele Pozzolo classe 1985? Nel 2004 è stato consigliere comunale della Lega Nord e dal dicembre 2012 portavoce di Fratelli d’Italia per la provincia di Vercelli. Nel 2019 è diventato assessore, sempre a Vercelli, alle Politiche giovanili del comune, fino alle dimissioni dopo la polemica sulla presenza del giornalista Gad Lerner a Vercelli in qualità di oratore ufficiale delle celebrazioni del 25 Aprile scorso. É stato eletto parlamentare nel collegio Piemonte 2, alla sua prima legislatura da deputato ( componente della commissione Affari esteri). Sposato con Martina con cui vive a Vercelli, ha tre figli, due femmine e un maschio. A suo merito registriamo le posizioni che ha assunto durante la pandemia. É stato, infatti, un convinto no vax criticando sia il Green Pass sia lo stesso vaccino anti-covid e si è definito: “un non vaccinato che rispetta, pur non condividendola, l’aberrante normativa sul lasciapassare verde”. Pozzolo dichiarava altresì: “cosa autorizza l’arroganza pseudo-scientifica di chi mette all’indice esseri umani che non intendono sottoporsi ad un trattamento sanitario (peraltro di natura sperimentale e che purtroppo fa registrare casi di gravi reazioni avverse, quando non addirittura il decesso fisico) che dovrebbe immunizzare da un virus ma che, nella realtà delle cose, è al massimo equiparabile ad una più o meno efficace cura preventiva?”

Chi scrive ha conosciuto negli anni ’70 e ‘80 buona parte della classe dirigente del vecchio MSI. A quell’epoca era davvero rischioso andare nelle piazze, non ai veglioni di fine anno, a tenere comizi. Quando qualcuno per precauzione, più che giustificata dato il clima imperante, era armato, lo nascondeva, non lo esibiva, né aveva alcuna voglia di fare goliardate. La vicenda Saccucci del 1976 fu un caso emblematico: parliamo del deputato del MSI che si vide il palco assediato a Sezze Romano e sparò con tragiche conseguenze. Qualche giorno dopo a Civitavecchia il senatore Michele Marchio tenne un comizio con la piazza circondata da oltre mille contestatori e soltanto la protezione della polizia in assetto antisommossa evitò il peggio; sempre chi scrive era li’ presente con pochi altri sostenitori, alcuni dei quali furono aggrediti. Andare oggi la notte di capodanno in giro armati, per di più ad una festa di un sottosegretario scortato, ci appare una esagerazione. Pozzolo ha dichiarato che l’arma è la sua, ma non è stato lui a far partire il colpo. Ancora peggio quanto a mistero e … superficialità.

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