di Luigi Cortese

All’Aja va di scena l’atto di accusa del Sudafrica verso Israele. Pretoria ha presentato un dossier alla Corte di Giustizia, dove accusa Israele di genocidio e chiede “urgenti” misure cautelari tra cui il cessate il fuoco e aiuti ai palestinesi.

La Corte internazionale di giustizia, il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite, dovrà decidere sull’accusa di genocidio mossa a Israele per la guerra nella Striscia dove finora sono rimasti uccisi oltre 23 mila palestinesi.

Israele ha commesso, sta commettendo e rischia di continuare a commettere atti di genocidio contro il popolo palestinese a Gaza“, è la sintesi dell’accusa mossa dal Sudafrica. L’istanza, presentata da Pretoria il 29 dicembre scorso, ha provocato diverse reazioni internazionali ed è in discussione in questi giorni con due udienze pubbliche al Palais de la Paix dell’Aja.

Ieri, giovedì 11 gennaio, è stata la volta delle argomentazioni dell’accusa, illustrate dalla delegazione sudafricana, guidata dal ministro della Giustizia Ronald Lamola, composta da un team di diplomatici, avvocati ed esponenti politici internazionali come Jeremy Corbyn, l’ex leader laburista britannico più volte accusato in patria di antisemitismo. Secondo il Sudafrica, Israele ha violato la Convenzione contro il genocidio, ratificata nel 1950. Nelle 84 pagine presentate all’Aja si legge che secondo il Sudafrica “gli atti e le omissioni di Israele rivestono carattere di genocidio perché accompagnano l’intento specifico richiesto di distruggere i palestinesi di Gaza in quanto parte del gruppo nazionale, razziale ed etnico più ampio dei palestinesi”. Pretoria infine accusa Israele di non adempiere “ai suoi obblighi di prevenire il genocidio, né a quello di perseguire” i responsabili “dell’incitamento diretto e pubblico a commettere genocidio” come esige la Convenzione.

L’istanza del Sudafrica si chiude con la richiesta alla Corte di imporre “misure cautelari” tra cui ordinare a Israele di cessare le uccisioni e “i gravi danni fisici e mentali inflitti” ai palestinesi di Gaza e di consentire l’accesso agli aiuti umanitari nella Striscia.

Oggi, venerdì 12 gennaio, è la volta di Israele, che naturalmente giudica “infondate” tutte le accuse, la delegazione israeliana formata da un team di avvocati, tra cui il britannico Malcolm Shaw, dovrà spiegare le ragioni di questa guerra. Il presidente israeliano, Isaac Herzog, intervenuto sulla questione ha dichiarato: “Non c’è niente di più atroce e assurdo“.

Naturalmente tutti i media classici si sono aizzati contro l’azione del Sudafrica, andando a difendere il cosiddetto “diritto alla difesa di Israele”. Quello che sta succedendo a Gaza, ed in altri territori mediorientali, è un massacro di un popolo che da decenni vive sotto assedio. I Palestinesi hanno diritto ad avere un loro stato e la loro terra, e non devono vivere con l’incubo che gli israeliani arrivino a cacciarli dalle loro case. La Corte di Giustizia deve riconoscere questo e non può permettere ancora che Israele commetta atti di genocidio.

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