di Luigi Cortese

Il Governo Meloni ha definitivamente abbandonato il Sud.

Tolto il faraonico progetto del Ponte sullo Stretto, il resto della politica del Governo è fallimentare. Non parlo solo dei tagli alla spesa, stimabili in circa 20 miliardi di euro, ma anche della gestione dei finanziamenti. Nell’ultimo anno il Governo è riuscito a smantellare importanti uffici come l’Agenzia per la Coesione, ha chiuso e centralizzato le ZES (Zone economiche speciali) ed anche tagliato il fondo perequativo.

Le politiche per il Mezzogiorno del Governo Meloni non sono pervenute. La denuncia parte dal capogruppo M5S della commissione Lavori Pubblici del Senato, Gabriella De Girolamo, che ha dichiarato: “Dei 4,6 miliardi del fondo di perequazione per il Sud ne restano poco meno di 1. Hanno tagliato di 1,3 miliardi il Fondo di Sviluppo e Coesione, destinato a Sicilia e Calabria, per la costruzione Del Ponte sullo Stretto, monumento alla dappocaggine politica di Salvini”.

Il Ministro competente per il Meridione è Raffaele Fitto, delega che è sempre sembrata di ripiego visto che lo stesso si occupa anche di PNRR e Politiche Europee. Il Ministro Fitto non ha dato grande prova di essere in grado di occuparsi di una tale mole di lavoro, e sembra aver deciso di occuparsi prevalentemente di PNRR ed Europa lasciando indietro il Mezzogiorno.

Il Governo Meloni in pratica ha scelto l’Europa e il PNRR sacrificando il Sud, quando proprio il PNRR poteva essere un volano di trasmissione per il mezzogiorno, portando investimenti in infrastrutture utili e che potessero attrarre investitori, andando così a debellare lo svuotamento dei paesi fatto di giovani che lasciano la propria terra in cerca di fortuna. Ma si è capito ormai che il Governo Meloni ha dato tutto lo slancio verso l’Europa, dimenticando le sue origini e le sue promesse.

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