di Alessandro Brachino
Negli ultimi giorni il rapper Simba la Rue ha pubblicato il suo nuovo album intitolato ”Tunnel” che sta spopolando tra i giovanissimi. Non molto tempo fa però il cantante, assieme al suo amico e collega Baby Gang (condannato a 5 anni) è stato condannato a più di 6 anni di carcere per via del suo coinvolgimento, assieme al suo gruppo, in una sparatoria con annessa rapina ai danni di due giovani senegalesi a MIlano, qualche estate fa. Segno di un certo disagio e di una forte ostilità covata da questi rapper di seconda generazione.
CHI SONO SIMBA LA RUE e BABY GANG L’IDENTIKIT
Ma chi sono i due? Uno è un tunisino di 25 anni, all’ anagrafe Mohamed Sadia Lamine (SIMBA LA RUE) e l’altro un marocchino di 22 anni, Zaccaria Mouhib, (BABY GANG). I due hanno avuto modo di incontrarsi molto presto in gioventù nella comunità Kayros di Don Claudio, in provincia di Milano (Vimodrone); una sorta di Parrocchia/comunità di recupero adibita a Casa di recupero per giovani in difficoltà, immersi nella vita di strada. Entrambi dicono di aver frequentato in gioventù il Beccaria e in età adulta hanno entrambi fatto, anche se per poco, una prima visita in carcere, tanto da nominare una nuova canzone dell’album tunnel “Beccaria-San Vittore” cantata da entrambi.
Il DISAGIO DELLA STRADA E l’OSTILITÀ PER L’ITALIA
Sin da subito i testi dei due ragazzi hanno affrontato la vita di strada e le difficoltà che comporta e che avrebbe portato alla loro emarginazione in quanto figli di immigrati; giustificando così i loro reati e le loro violenze facendole passare per rivendicazioni di uguaglianza. La sensazione è che in realtà questi pseudocantanti usino la scusa della musica per sfogare odio represso nei confronti della loro situazioni e anche dei paesi di accoglienza, probabilmente ritenuti responsabili, a partire dall’Italia per finire all’Europa. Non una novità: situazioni e modi diversi ovviamente, ma non possiamo non ricordare le “Marocchinate”, un vero e proprio massacro commesso nel Lazio da parte delle truppe coloniali Marocchine nella seconda guerra mondiale, quando donne e bambini subirono ogni tipo di angheria solo per via della loro italianità. Ultimamente invece numerosi nordafricani sono stati arrestati dalla polizia poichè incitavano al terrorismo e al fondamentalismo Islamico. Dunque possiamo tranquillamente dire che qui il problema va ben oltre la musica ma si estende all’ambito dell’immigrazione, di migliaia di giovani prevalentemente africani (cosiddetti maranza) di seconda generazione che non si sono mai integrati. Questi rapper sono una sorta di guida al caos, un incitamento vero e proprio al Male, nel disprezzo dei Paesi nei quali approdano, a partire dall’Italia.
Ecco qua alcune frasi prese da qualche loro testo:
“Parlo codice-non capite codice-non parlo italiano davanti al giudice”
“Sua figlia che strilla e che urla Baby Gang”
da Carne Halal-EScomar/Baby Gang/SImba la Rue
“Buco tuo padre se non hai rispetto “-OPINEL;SImba la Rue
“Quando andavo a ballare coi raga in una serata tornavo col doppio stipendio di mio
papa.”SENZA REGOLE-Zefe/Escomar.
“Salda i debiti o Salti per aria, salta i debiti o li salta tua mamma”
“e se avessi avuto una tipa era solo per tenerle i pezzi in Fi**”
“Fai il matto,fai il matto, finisci scomparso o come quell’altro.
CAGOULE-Simba la Rue.
Come si può evincere, dunque, si tratta di tutt’altro che innocenti profughi. Non possiamo prendere il fenomeno sotto gamba, considerando che si sfocia anche nella delinquenza. La maggior parte dei nostri giovani sta venendo influenzata da questa musica spazzatura e da questi pseudo cantanti, tanto da copiarne gli usi come il vestire o il gergo, segno di una vera e propria colonizzazione culturale. In alcuni casi, oltre alla criminalità, alla violenza ed alla droga viene incitato pure al satanismo, come nel caso di Keta, (rapper di MIlano appartenente all 7 zoo, band musicale composta interamente da rapper immigrati), che nella sua canzone “GRINCH” (già il titolo di per sé è un’attacco alla civiltà cristiana, poiché fa riferimento al Grinch che odia il Natale) mette in bella mostra un cerchio satanico che prende fuoco nel bel mezzo di un parco (vedi foto).
La situazione dei giovani che hanno come idolo un rapper al posto di un Sergio Ramelli o di un Francesco Cecchin, due ragazzi morti in nome dei propri ideali, deve far riflettere e impone un cambio di rotta. Un modo per farlo è sicuramente la militanza politica: schierarsi e lottare in prima persona per il proprio paese ed il proprio futuro è un dovere, oggi, in un mondo di rovine e senza più idee.