Nell’aula del Senato della Repubblica è andata in scena uno spettacolo che ricorda gli anni 90, quando la lega era guidata da Umberto Bossi e si chiamava ancora Lega Nord, quando l’attuale leader del partito intonava inni contro i meridionali. Bene ecco che, per puri scopi elettorali, la Lega salviniana si riscopre secessionista andando ad approvare un Decreto Legge per l’autonomia “differenziata”.
Con 110 voti a favore, 64 contrari e 3 astenuti il leghista Luca Zaia, insieme al suo compagno di partito Salvini, ha potuto esultare per l’approvazione in prima lettura del DL che porterà, se passa indenne dalla Camera dei Deputati, le regioni a poter decidere su ben 23 le materie in autonomia, tra cui istruzione, energia, salute, sicurezza sul lavoro, infrastrutture. L’obiettivo di Matteo Salvini è quello di rendere operativa la legge entro la data delle Europee, cosa che gli permetterà di recuperare consenso in quel nord che si sente tradito dalla svolta nazionale del suo partito.
Il punto centrale di questa legge, se mai lo diventerà, saranno i Lep (Livelli Essenziali di Prestazione), che ogni regione deve vedere assicurati, specialmente quelle più deboli. Ma il problema dei Lep sono i fondi, che al momento sono solo scritti ma di concreto non c’è ancora nulla, e bisogna tener conto che per assicurare i Lep, dopo l’approvazione, i fondi sarebbero esorbitanti.
Ancora una volta, per puro opportunismo politico, si creano leggi a discapito del meridione d’Italia, quel meridione volutamente svuotato di tutte le ricchezze, lasciato per anni in balia di leggi assistenzialistiche e che non hanno reso possibile lo sviluppo. Oggi, se questa legge passasse, ci troveremo con un nord che viaggia a velocità spaziale contro un sud Italia fermo al palo, condannato perciò alla morte con lo svuotamento di tutti i centri in favore, magari, di politiche che portino a svendere le città ai “nuovi” italiani figli di quell’immigrazione incontrollata che continua a lambire le nostre coste.