di Simone D’Aurelio

Il mondo europeo ormai non sopporta più il cristianesimo, da anni si respira un odio profondo nei suoi confronti. L’evidenza la troviamo in vari settori: dalle associazioni più conosciute fino ai vari enti che sono uniti in questa battaglia contro la religione. Si pensi ad esempio all’Uaar ma anche al mondo abortista e lgtq+, che butta esplosivi in uffici di associazioni che condividono gli stessi principi morali ed etici del mondo cattolico(1). Ma non c’è solo questo:
Sanremo e tutto il mondo musicale si divertono a creare una mimesi che deride di continuo il cristianesimo; il cinema invece lo ridipinge in modo goffo e impotente e gli dice tra le righe che ha bisogno di modificarsi completamente perchè è una religione bigotta e pesante. La politica, invece, nei suoi esponenti di sinistra vive di campagne anticattoliche sotto ogni punto di vista.

Non possiamo scordare inoltre l’istruzione, che intavola una continua riproposizione di temi che dipingono questa entità religiosa come il male nel mondo, con ricostruzioni storiche e scientifiche che lasciano molto perplessi. La domanda allora è questa: perché il cattolicesimo è odiato e respinto tout court? Le religioni orientali, il mondo protestante, e anche le correnti sataniche (2) ormai sono viste di buon occhio: tutto viene incluso nel nostro mondo arcobaleno ad eccezione dei discepoli di Cristo.

La risposta, a mio avviso, è dettata da due principali motivi: il primo è che le religioni tradizionali (e quindi non moderne) hanno una funzione critica all’interno della società, ovvero con il loro impianto svolgono un’attività antitetica rispetto agli interessi del mondo postmoderno, dove si antepone al mondo dell’immanenza le leggi della trascendenza, inserendo il reale in un rapporto con l’infinito, riscrivendo il ruolo del tempo profano.

Il secondo punto è più collegato alle caratteristiche della religione in sé: infatti il mondo dei seguaci di Cristo annuncia un Dio che è nel mondo e che interagisce con esso, una divinità che è a contatto con l’uomo, in relazione con lui ed è anche nella storia, e tutto ciò significa che il profano nei suoi spazi è ri-legato, collegato e toccato in modo diretto dal modello religioso. Non vi è solo una disposizione di linee limite e di comandamenti nel mondo cristiano, ma vi è anche una presenza che rimodella totalmente la concezione del mondo delle cose e dei concetti.

Una religione vacua nei suoi legami con il mondo può essere addomesticata, erodendo i limiti che si trovano all’interno dei suoi comandamenti: ma nel cristianesimo il discorso diventa insostenibile, perché Dio che si fa uomo e vive con noi, collega tutti gli aspetti dell’universo in una visione teologica e ontologica. La salvezza del mondo postmoderno in questo caso sta nel rendere il cattolicesimo prima un protestantesimo scolorito e infine una macchia indigesta da eliminare; resta evidente però che il mondo dopo Zarathustra prima fa fuori Dio e poi elimina l’uomo, dove tra transumanesimo, aborto, utero in affitto, gender fluid, prostituzione digitale e virtuale, si rende inutile e vacua qualsiasi considerazione antropologica e di vita. L’ultima fase infatti della religione sta nella salvezza universale, quella teofobica sta nel paradiso dell’intelligenza artificiale e della tecnica, nella vittoria finale dell’utile e del pragmatico, ma anche nella celebrazione delle promesse prometeiche che vengono dal codice più astratto in assoluto: la finanza cybertech.

La religione cristiana ci parla di una storia fatta di dinastie e di uomini, molti dei quali abbiamo fonti storiche; ci parla di un mondo concreto e di un’immaginazione della persona in modo universale ma anche assolutamente particolare, possiamo definirla come la dottrina del concreto, dato che i suoi disegni collegano Dio al mondo e a svariate vicende che lo vedono in un rapporto concreto (3). Proprio questo è il terzo e ultimo punto nascosto: il mondo di oggi infatti vuole
vivere l’astratto, nei suoi collegamenti, nei suoi progressi, nella concezione del successo, nei significati, e nell’etica, il cristianesimo si propone come la religione del concreto, fatta di un rapporto che pensa alla vita in modo reale e in relazione a fattori ontologici e teologici.

Dalla dottrina sociale all’idea di economia, dal contesto sociologico a quello geografico, il cristianesimo si propone come vita concreta, comunitaria, in relazione ad ogni latitudine e longitudine, mentre all’opposto, il mondo di oggi celebra il culto dell’individuo astratto, della fine dei legami, della fine dei nomi, dei tabù, dei concetti trascendenti, e infine anche dell’uomo. Due concezioni filosofiche, ontologiche, culturali, e pratiche totalmente inverse.

(1) https://www.rainews.it/articoli/2023/11/danneggiamenti-a-sede-pro-vita-meloni-la-sinistracondanni–a75a0b75-5a2d-4bbd-85d9-db240fe2c4cd.html
(2) https://it.insideover.com/societa/stati-uniti-il-rivale-piu-temuto-dalla-destra-e-il-satanismo.html
(3) si veda tutto il percorso del mondo ebraico, che disegnano un continuo dialogo con Dio, ma si
pensi anche al mondo cattolico che vede Dio che si incarna e che fonda la Chiesa intrecciando il suo
sangue nella Redenzione universale, o si pensi al Messia nei suoi atti e nei suoi anni di
insegnamento, dove in modo pratico si è relazionato con una porzione di mondo, inviando i
discepoli a toccare a cascata tutta l’umanità dopo la sua resurrezione.

Share via
Copy link
Powered by Social Snap