di Vito Comencini
Dopo che per mesi e mesi i media occidentali ci hanno propagandato la tanto osannata “controffensiva ucraina”, oggi è oramai svanita, o forse in pratica non è mai esista. La realtà di queste settimane è invece, al contrario, quella dell’avanzata dell’esercito di Mosca con la presa di Avdiivka.
Ma ecco che improvvisamente il disco rotto inizia a trasmettere il messaggio della presunta, anzi per il mainstream globalista certa, uccisione di Navalny. Quest’ultimo naturalmente viene spacciato ancora una volta per ciò, che in tutti questi anni ha fatto comodo e cioè il mito del “grande leader dell’opposizione a Putin”. I numeri e la verità in Russia sono ben diverse, ma è evidente che, ancora una volta, chi orchestra questi palcoscenici creati ad hoc, lo fa con il massimo della spudoratezza e dell’opportunismo. La sfrontatezza di raccontare qualunque tipo di menzogna, ad ogni costo e quella di scegliersi “l’oppositore” o per meglio dire il burattino, che più si addice alla causa.
Ecco così creato il “mito di Navalny”, funzionale da vivo come un po’ da morto e nel mezzo da “avvelenato”, giusto per additare la colpa a Putin, in modo da identificarlo come il male assoluto. Poi, che dietro il “mito” ci sia uno che faceva video propagandistici, dove diceva apertamente che i mussulmani sono scarafaggi da schiacciare o più semplicemente con tanto di pistola in mano, a cui sparare deliberatamente senza alcuna pietà, poco importa ai burattinai democratici del politicamente corretto. Infatti la macchina propagandistica globalista, sa benissimo che può censurare, ciò che è scomodo e far passare invece solo quello che più è strumentale ai suoi effimeri obbiettivi. Così, con altrettanta leggerezza, passano dal denunciare il “nuovo avvelenamento”, che questa volta avrebbe portato alla morte, all’architettare poi invece la teoria del “pugno al cuore”.
Insomma, verrebbe da dire, chi più ne ha più ne metta, di storielle e teorie menzognere. È però molto significativo il video della chiacchierata tra il braccio destro di Navalny, un certo Vladimir Ashurkov e l’ex dipendente dell’ambasciata britannica James William Thomas Ford, ripresa dai servizi segreti russi. In questo dialogo, Ashurkov “col cappello in mano” chiede esplicitamente alla solita “buona e generosa Gran Bretagna”, un grosso sostegno economico all’azione politica di Navalny, promettendo però al contempo di “rassicurare gli oligarchi russi” che in caso di presa del potere politico da parte dei “nalvaniany”, gli interessi dei magnati, la loro corruzione ed i loro forti appetiti non verrebbero minimamente toccati. Alla faccia della lotta ai corrotti insomma. Ovviamente il tutto, sempre secondo Ashurkov, sarebbe stato contornato da proteste di piazza, azioni dimostrative ecc.. Un qualcosa che ci ricorda un po’ Piazza Maidan a Kiev, ma anche Tblisi ed altrettanto il recente fallace tentativo perpetrato dall’ennesima “rivoluzione colorata” a Belgrado. La storiella insomma è sempre la solita e quindi altrettanto gli artefici, che si nascondono dietro le quinte.
Parliamo quindi in particolar modo dei servizi segreti inglesi, la cui manina acuta, astuta e vile, si è dimostrata più volte macchiata delle azioni che hanno favorito, sostenuto e fomentato la guerra alla Russia. Non a caso lo scorso 12 gennaio, la Gran Bretagna, capeggiata dal suo premier induista Rishi Sunak, ha firmato un “accordo per la sicurezza” con l’Ucraina, capeggiata dal suo presidente l’ex comico televisivo Volodymyr Zelensky. Detta così può sembrare una barzelletta, soprattutto se poi aggiungessimo che il sindaco di Londra è un mussulmano e quello di Kiev è invece un ex pugile. Ma si tratta invece dell’amara realtà di questo occidente decadente. Si è trattato insomma del primo paese a stipulare questo tipo di accordo, seguito poi però dalla Germania e dalla Francia ed a breve a quanto pare dall’Italia, che ancora una volta non poteva che accodarsi al traino delle follie europeiste, masochiste e guerrafondaie.
Dopo tutto proprio nel Regno Unito, in questi anni sono stati addestrati interi reparti militari dell’esercito ucraino, con tanto di foto di rito a fine preparazione militare, che lo dimostrano palesemente. Ma come dicevo ciò che più appare influente è l’intervento dell’intelligence britannica, che su numerose azioni contro la Russia, è chiaramente presente: sia nel fallito tentativo di chiudere la partita il 24 febbraio 2022 da parte dei paracadutisti russi con un’azione veloce su Kiev, che nell’operazione dell’esplosione del Nord Stream 2 nel settembre 2022, è più che evidente il supporto dato all’Ucraina dai britannici.
L’apporto dei servizi inglesi risulta poi essere significativo, anche nelle operazioni militari ucraine nel Mar Nero, a discapito della Marina Militare Russa. Quest’ultimo dato, come italiani, non dovrebbe stupirci affatto, ma caso mai ricordarci le nostre storiche battaglie proprio contro l’Impero Britannico per il controllo del Mar Mediterraneo, nelle cui acque oggi imperversano invece le navi delle ong con annessi scafisti ed immigrati clandestini. Ritengo perciò utile a tal proposito rammentare alcune frasi della canzonetta realizzata da R. Prisco e E.A. Mario nel lontano, ma forse non troppo, 1936, che parlava di una “Italia che chiede un posto al sole.. non vuole.. non può stare sempre a balia! Il linguaggio suo rivela, che l’è uscita di tutela!” e diceva chiaramente che “Albione la dea della sterlina, si ostina vuol sempre lei ragione, ma Benito Mussolini, se gli italici destini sono in gioco, può ripetere così..” e quindi concludeva con il noto ritornello “Me ne frego, non so se ben mi spiego, me ne frego, fo quel che piace a me!”. Ecco quindi che tolta la maschera del “nuovo mito”, appare invece ancora il volto della solita “Perfida Albione”, utile a riaffermare il presupposto per cui senza sovranità non può esserci vera libertà sia nel Mediterraneo, che nel Mar Nero.
Ottimo articolo. Il ruolo destabilizzante della Gran Bretagna nella politica internazionale viene spesso sottovalutato.
Aggiungo solo che a Istanbul, nel maggio del 2022 (dopo appena tre mesi dall’inizio dell’operazione speciale) era stato raggiunto un accordo tra Russia e Ucraina per porre fine alla guerra, ma un ruolo importante nel far fallire il negoziato lo ebbe l’allora primo ministro britannico Boris Johnson che promise a Zelensky pieno sostegno economico e militare se avesse continuato il conflitto.
aggiungerei , che il brano “sanzionami questo ” di Rodolfo De Angelis , edito nel 1936 , proprio in risposta alla spocchia Britannica , che da sempre , si ritiene in diritto di ergersi a Padrone , laddove per ignavia o sudditanza, glielo si permette , appare quanto mai appropriato, anche in questo caso …..