di Gloria Callarelli
Il grafene è un cristallo bidimensionale di atomi di carbonio, isolato per la prima volta nel 2004 da due studiosi che poi vinsero il premio Nobel per la Fisica nel 2010. Il grafene è estremamente forte, sottile, flessibile e leggero, nonché grande conduttore di elettricità e calore. Viene considerato il materiale del futuro tanto che l’Europa sta finanziando tutta una serie di progetti a base di grafene, tra cui GrapheneCore1 e GrapheneCore2. Aerei in volo, batterie, elettronica: è la tecnologia il settore in cui più trova applicazione il materiale.
E non poteva mancare, su questo, il transumanesimo. Secondo recenti studi, infatti, la prossima frontiera potrebbe essere un nuovo impianto cerebrale, effettuato utilizzando il grafene, che inevitabilmente aprirebbe la strada a nuove interfacce cervello-computer, ossia alla nuova tecnologia transumanista tanto cara a personaggi quali Elon Musk. Come si legge sul sito di una delle realtà più forti a livello tecnologico con il grafene, l’Istituto Catalano di Nanoscienza e Nanotecnologia (ICN2), lo scopo delle BCI, la nuova generazione di interfacce cervello-computer, è “stabilire un collegamento di comunicazione diretto tra il cervello e un dispositivo esterno, come un computer o una protesi”. L’idea dunque è partire come sempre dall’ufficiale msision di curare i pazienti ma le applicazioni, in futuro, potranno essere innumerevoli. Chi può escludere, infatti, che questa tecnologia venga applicata a persone sane con scopi transumani? Chi può escludere che non vi saranno esperimenti di questo tipo? Nessuno. Del resto una volta aperta la porta, è impossibile richiuderla.
Tutto questo mentre non si nasconde la possibile tossicità del materiale , molti gli studi in materia che aprono dubbi sui suoi effetti, inutile dire che soprattutto per la sua capacità di assorbire le radiazioni è molto pericoloso, e mentre si dimentica che, secondo il “Rapporto tecnico sulla rilevazione del grafene nei vaccini COVID mediante spettroscopia microman” del dottor Pablo Compra e secondo le ricerche effettuate da diversi studiosi, tra gli altri anche dal dottor Delgrado Martin Ricardo, lo stesso materiale è presente nei vaccini COVID-19.