di Redazione
L’ingresso dell’aborto nella Costituzione francese di poche ore fa ha fatto inorridire il popolo pro vita. Una scelta, quella francese, che porta avanti le politiche di morte mondialiste e globaliste e, anzichè aiutare le famiglie a costituirsi e formarsi, preferisce eliminare il problema.
«In Francia, così come in Italia – spiega Maria Rachele Ruiu portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus – è cinico parlare di diritto e abbandonare le donne alla solitudine dell’aborto. Lo chiamano “diritto delle donne” ma invece è il diritto dello Stato di abbandonare le donne indicando i loro figli come problemi da eliminare, invece che impegnarsi a sostenere per superare insieme le difficoltà di una gravidanza inaspettata o difficile e questo in alcuni casi autorizza gli uomini a sentirsi deresponsabilizzati grazie all’aborto. Quello che sta accadendo in Francia è un attacco politico e ideologico contro le donne e i loro figli, perché le donne abortiscono quando pensano di non poter fare altrimenti. In Francia, come in Italia, nessuna donna è costretta a partorire, ma sono troppe quelle indotte ad abortire perché non vedono altre possibilità o alternative valide. In Costituzione bisognerebbe introdurre il riconoscimento del diritto alla vita senza discriminazioni, anche del concepito e del valore sociale della maternità e quindi il diritto delle donne di essere affiancate, sostenute e messe nelle condizioni di essere accolte insieme ai figli e, quando anche fosse davvero impossibile per loro crescerli, poter avere la possibilità di custodirli fino alla nascita, senza che questo sia un sacrificio da accollarsi in solitudine. Al buio francese, che predilige scorciatoie sulla pelle delle donne e dei loro figli, ci auguriamo che, al contrario, l’Italia risponda con una nuova primavera che parta dal riconoscimento ai nascituri di diritti e capacità giuridica e offra alle mamme e ai papà tutti i sostegni necessari per accogliere una nuova vita, anche quando inaspettata». Chiude Maria Rachele Ruiu.
Bel colpo! Nella patria della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo è diventato un diritto umano uccidere un essere umano innocente (con buona pace del principio di non contraddizione)!
Sì, perché dobbiamo avere il coraggio di chiamare le cose col loro nome: l’aborto è l’uccisione di un essere umano, perché tra il concepito e il vecchio che giunge al tramonto della sua vita c’è un continuum biologico, perché il concepito è un essere umano nella fase embrionale della sua esistenza, così come fasi dell’esistenza sono la fanciullezza, l’età adulta e la vecchiaia.
Non è necessario essere religiosi per essere contro l’aborto, basta usare la ragione e avere almeno un briciolo di moralità.
E’ sconcertante ! Quando credi che ormai il fondo sia stato raggiunto ti accorgi , con umano dolore , che al peggio non c’è mai fine .
Purtroppo questa è la Deriva turbo capitalista,del globalismo massonico giudaico.