di Luigi Cortese

E’ la notizia che fa tremare poltrone e penne, il dossieraggio sfrenato del luogotenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano. Tra politici, faccendieri e massoni spunta un nome che viene volutamente tenuto nascosto dalla stampa mainstream, è quello di Roberto Fiore fondatore di Forza Nuova.

Un’attività di dossieraggio quella di Pasquale Striano, già finanziere in servizio alla procura nazionale antimafia, con la complicità del sostituto procuratore Antonio Laudati, in passato responsabile del Servizio SOS (segnalazioni operazioni sospette), che avrebbe fornito, come sembrerebbe dalle prime indagini, le informazioni a giornalisti che cercavano di promuovere attività pre-investigative da far poi transitare nelle procure competenti. L’indagine della procura di Perugia, diretta da Raffaele Cantone, sembra avere portato almeno 12 persone nel registro delle notizie di reato: otto sono giornalisti, di cui tre del quotidiano di Carlo de Benedetti.

I media mainstream hanno volutamente taciuto sulla presenza del nome di Roberto Fiore: d’altronde è ormai risaputo che su certi argomenti si scrive solo quando è utile a gettare fango. Fiore, che risulta tra i tanti nomi di persone spiate, è al centro delle cronache giudiziarie degli ultimi anni a causa del processo per i fatti del 9 ottobre e quel corteo autorizzato che portò migliaia di italiani sotto la CGIL per protestare contro le politiche repressive del Green Pass. Il primo grado ha visto condannare Fiore a più di 8 anni, condanna che però non ha tenuto conto di molte prove a discapito, nemmeno di quelle sugli infiltrati presenti all’interno della sede del sindacato.

Il giornalismo italiano ha perso l’ennesimo appuntamento con la storia: tacere volutamente su un nome solo perché non gradito ai politici e al deep state sarà l’ennesima macchia sul loro curriculum.

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