di Simone D’Aurelio
L’Europa è ormai protesa verso la guerra: le dichiarazioni di Macron che è pronto all’invio delle truppe in Ucraina insieme alle esternazioni di Ursula Von der Leyen, che vuole trasformare gli stati membri in un’industria bellica, ci fanno capire chiaramente che nei prossimi mesi c’è la possibilità concreta di uno scontro diretto con la Russia.
Questa tensione crescente sembra essere il riflesso di un cogito che ci porta verso un conflitto lungo e terribile, e per quanto la popolazione è in larga parte contraria all’invio di armi e alla lotta armata, come mostrano i dati tutto sembra procedere per il peggio, dove l’intera rappresentanza politica nazionale ed internazionale è disinteressata alle marce per la pace, alle manifestazioni di dissenso e alle opinioni espresse dagli esponenti di ogni ceto sociale. Mentre la comunicazione ci abitua alla possibilità di uno scontro, aprendo una finestra di Overton, la religione, e più in particolare il mondo cattolico, sembrano annichilirsi sempre di più, e se la barca con i nostri pescatori di anime è sul punto di affondare anche l’umanità si ritrova nella situazione più disperata possibile. Non stupisce il confronto per analogia tra la crisi dei vertici della politica e la crisi delle istituzioni ecclesiastiche: dove non c’è Dio sembra che finiscano anche gli
spazi per comprendersi e per vivere insieme.
Ma è proprio questo il ritratto dell’Italia e dell’Europa di oggi: un popolo prima di tutto ateo, materialista, o agnostico, caratterizzato da persone divise, depresse, nevrotiche, che non vedono alcun futuro e alcuna sostenibilità a livello economico, demografico e culturale. Di fronte a tutto questo l’unico fattore che emerge è la mancanza di una re-ligio, tutti gli aspetti del nostro vivere infatti sembrano essere divisi, in guerra, e totalmente staccati l’uno dall’altro, ove non esiste alcuna possibilità di collaborazione, di rilegatura, di continuità, di mediazione e di unione.
La sessualità è concepita in maniera staccata dall’etica e dalla concezione comunitaria, il bene e il male sono calcolati su basi astratte e solipsistiche, la legislazione e le istituzioni si sviluppano concependo ogni cosa in modo aziendale-utilitario, il terzo settore e ogni ente che regola le nostre esistenze al di fuori del business è lasciato al degrado, mentre le vite di tutti sono in guerra e ingabbiate in una sorta di gioco darwinistico che ci viene inculcato fin dall’infanzia.
Proprio per questo, oggi, di fronte a questa desolazione, la guerra è il culmine della divisione, che oltre a essere interna, diventa anche esterna. Ora più che mai la fede sembra essere l’unica via di uscita, individuale e collettiva, perché dove si instaura un discorso religioso c’è la possibilità di sviluppo di un telos comune, un’unione e anche di un’architettura sostenibile, perché facendo entrare Dio, si salva l’uomo; la sua sete di avidità, di potere e di dominio infatti raggiungono un limite con cui devono scontrarsi; ma non c’è solo una considerazione filosofica: di fronte alla rabbia, ai civili caduti su ogni fronte, di fronte al male, e alla fine della vita, solo la religione può dare risposte valide, e indirizzare quindi i protagonisti di questo scenario verso un’orizzonte diverso, altrimenti resta solo il dramma infinito come aveva già capito Dostoevskij.
C’è da dire al tempo stesso che se oggi è già passato Zarathustra, e i nuovi altari eretti sono l’invalido scientismo il meschino utilitarismo e l’impotente nichilismo, queste sirene che ci ingabbiano non potranno dare una sola risposta per ogni vita che sarà estirpata dai militari,dai droni, dalla fame oppure dal freddo. Quell’aurora boreale che si è vista dall’Ucraina fino a tutta l’Europa sembra essere l’annuncio di fiumi di sangue e di guerra che sono destinati ad attraversare molti stati e se proprio il conflitto arriverà ad allargarsi c’è bisogno di preghiere, di messe, di ritiri, e di dare oggi più che mai una possibilità al mondo di trascendere il reale di fronte alla disperazione dell’immanenza che ci
aspetta.
Proprio davanti alla fine di ogni umanità, e dinnanzi alla fine della vita e di ogni traccia di bene, la religione si pone come baluardo in grado di rispondere e riformare l’uomo, e con le sue caratteristiche può classificarsi come l’Alfa e l’Omega sul reale,che ci consente di farci vivere, dialogare e sperare anche quando ogni altra realtà perde la sua lucidità, la sua pragmaticità e il suo orientamento.
Ottima sintesi della condizione materiale e soprattutto spirituale nella quale ci troviamo.
Il male americano (come quello sionista col quale va di pari passo) è innanzitutto un problema religioso. Esso affonda le sue radici nella pseudo-Riforma protestante, prosegue con l’Illuminismo, gli errori del liberalismo e del laicismo, l’odio di classe ispirato dai socialisti e dai capitalisti liberali e liberisti durante la rivoluzione industriale ottocentesca, l’instaurarsi di regimi ispirati al comunismo ateo, fino ad arrivare al nichilismo che caratterizza le società occidentali contemporanee.
L’antidoto a tale veleno spirituale e morale non può consistere solo nella capacità di resistenza politico-militare, pur necessaria, del blocco eurasiatico, né solo nell’altrettanto necessaria alleanza economico-commerciale dei BRICS. Il rimedio consiste nel restaurare anzitutto l’uomo nella sua integrità e poi la società; infatti se gli uomini sono corrotti nelle idee e nei costumi, anche la società che essi formano sarà altrettanto corrotta e non potrà vincere il virus dell’americanismo. Tale restaurazione dell’uomo dovrà comportare una sana ascesi spirituale della volontà, che renda l’uomo padrone di se stesso e dei suoi istinti; un insegnamento intellettuale basato sul ritorno alla verità naturale espressa dalla filosofia aristotelico-tomista; ma soprattutto nell’aiuto soprannaturale della Fede nell’unica vera religione, quella cattolica, fondata da nostro Signore Gesù Cristo. Non disperiamo, non lasciamoci abbattere dai mali che affliggono (ormai da decenni, non solo con l’ultimo pontificato) la Chiesa cattolica, perché sappiamo che “le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”.