di Vincenzo Maida

Dal 13 al 15 giugno l’incantevole paesaggio della Valle d’Itria, fino a Fasano, ospiterà il G7. Tra gli argomenti all’ordine del giorno c’e’ il cambiamento climatico. Borgo Egnazia, un resort esclusivo che prende il nome dell’omonimo sito archeologico di Egnazia, attivo centro commerciale del mondo antico, ospiterà dunque i Capi di Stato e di Governo delle 7 nazioni più industrializzate del mondo. Ne fanno parte: Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti. La Russia è fuori a causa delle note vicende belliche.

Si discuterà di questioni economiche e finanziarie, di sviluppo e politiche di sicurezza, nonché di altri temi all’ordine del giorno, come al momento l’energia e il cambiamento climatico. È proprio di quest’ultimo argomento che ci vogliamo occupare. Mentre cresce la preoccupazione degli organizzatori e dei vertici delle forze dell’ordine per assicurare l’ordine pubblico e prevenire gesti violenti di contestazioni o iniziative eclatanti dei “fanatici” del cambiamento climatico. Senza avere la pretesa di essere in possesso della verità, alcune considerazioni di buonsenso sono necessarie. Le prendiamo a prestito dal prof. Franco Prodi, fratello dell’ex-presidente del consiglio, che non è l’unico scienziato a porre la questione in modo problematico rispetto alla vulgata corrente. Qualche altra considerazione è dettata dal semplice buonsenso e dall’osservazione dei fatti storici.

È fuori discussione che l’attività umana nei paesi industrializzati ha inciso sulla sua salute, sull’alimentazione, sulla qualità della vita, ma va anche detto che l’aspettativa di vita è aumentata di molto. Il problema è dunque complesso e non può essere liquidato in modo semplicistico. Limitiamoci dunque al supposto cambiamento climatico che sarebbe causato dall’attività dell’uomo. Ora: a parte la banale considerazione che al tavolo del G7 mancano la Russia e soprattutto la Cina che, in termini di emissioni, inciderebbero sul clima, vale quanto diverse nazioni del G7 messe insieme, quello che molti scienziati contestano è proprio il nesso di causalità tra attività umane e cambiamento climatico. Il prof. Prodi In un’intervista pubblicata da Repubblica del 20 maggio del 2023 ha dichiarato che: “In questi 50 anni il clima in Italia è cambiato davvero poco. Il riscaldamento in Italia è nella media internazionale e non siamo in condizione di prevedere il cambiamento climatico futuro”. Il Prof. Prodi ex professore di fisica dell’atmosfera, ex direttore della l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (ISAC) del CNR è considerato un esperto del problema del cambiamento climatico.

È noto che l’Impero romano si estese e raggiunse il massimo splendore proprio in coincidenza di un periodo storico in cui le condizioni climatiche erano incredibilmente miti, ed allora non c’erano né fabbriche, né allevamenti e la pressione antropica sull’atmosfera era praticamente zero, anche per la scarsa densità di popolazione. Saranno in tutto circa 5.000 i partecipanti al seguito dei massimi rappresentanti delle citate nazioni.

Sul G7 torneremo ancora e intanto registriamo una dichiarazione di Giorgia Meloni: “C’è un clima che non mi piace e mi preoccupa, e di cui mi sento responsabile perché parte di questo clima dipende dal fatto che c’è la necessità di attaccare la sottoscritta e questo governo. Mi preoccupa in un anno particolare, abbiamo la presidenza del G7, e sarà un anno molto impegnativo, che investe la nostra credibilità sul piano internazionale e vedo toni che mi ricordano anni molto difficili per la nostra nazione”.

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