di Mattia Taricco
Nonostante la distorsione enorme della realtà da parte dei media occidentali, ormai sempre più simili a organi di propaganda che di informazione, le elezioni in Russia si stanno svolgendo avvolte da un atmosfera quasi di festa.
Questa cosa la possiamo osservare anche noi direttamente: in molti paesi occidentali infatti, Italia compresa, si osservano lunghe code di cittadini russi di fronte alle loro ambasciate per votare, con peluche di Masha e Orso, ritratti di Putin, fiori e un’atmosfera tutt’altro che negativa, esempio lampante i video delle lunghe code all’ambasciata di Roma.
Tutto ciò stride enormemente con ciò che ci viene raccontato dai nostri media, dove vengono presi addirittura filmati fake fatti girare dall’intelligence ucraina, con presunti soldati che entrano nelle cabine elettorali per controllare il voto e simili, e spacciati per veri. Le fonti ufficiali che arrivano dalla federazione russa invece ritraggono un popolo che è unito, gioioso e un’affluenza record del 70%.
Dati di affluenza come questo per noi sono solo un lontano ricordo e, per molti versi, ci portano a provare invidia. Vladimir Putin, in una recente dichiarazione, afferma: “L’ unica fonte di potere nel nostro paese è il popolo. Questa fondamentale disposizione giuridica è sancita dalla Costituzione. Il suo significato è che solo voi, cittadini russi, determinate il destino della Patria. Non dovete semplicemente esprimere il vostro voto, ma dichiarare fermamente la vostra volontà, le vostre aspirazioni e il vostro coinvolgimento personale nell’ulteriore sviluppo della Russia. Le elezioni sono un passo verso il futuro”.
Quante volte sentiamo un leader occidentale parlare di popolo? Di Patria? Banalmente di rispetto della volontà popolare? Quasi mai. Anzi: questi concetti vengono dipinti sempre più come maligni. Secondo la retorica liberal-woke, infatti, il popolo è stupido e ignorante, incapace di decidere per sé stesso; mentre la Patria e la famiglia sono pensieri retrogradi da superare, poco inclusivi e politically correct. A farne le spese, come sempre, è il popolo stesso, che ripaga la classe politica, sua nemica, con livelli di affluenza vergognosi.
Ma ormai si è capito che non basta più non votare e fare finta di nulla per poter tornare a decidere, non cambierà nulla da sé. Serve invece prendere posizione, superare l’indifferenza, ribellarsi.
chi ha invitato al non voto alle politiche del settembre scorso si è reso responsabile della mancata presenza nelle aule parlamentari di almeno un paio di dissidenti veri a cui poterci rivolgere per portare avanti le nostre istanze.
sembrava che bastasse non votare perché magicamente il sistema implodesse da solo, così non è andata.
adesso per le europee che fare? se nemmeno una lista di dissidenti riesce ad entrare in lizza che si fa?
Se c’è una lista di dissidenti la si vota, se non c’è la si costruisce perché ci sia alle prossime elezioni.
Personalmente, per quanto la sinistra mi faccia schifo, non voterò mai per una destra a cui piace l’UE, è serva della NATO e adora Israele.