di Vincenzo Maida
La Basilicata è ormai diventata un caso nazionale. Mentre il centro-destra è rimasto fermo sulla candidatura alla presidenza dell’uscente ex-generale Vito Bardi, in quota Forza Italia, che non crea alcun entusiasmo, ma i mugugni restano sottotraccia ed a prevalere è l’aspettativa di una vittoria più per demeriti altrui che per meriti propri, il centro-sinistra ha prima fatto fuori Angelo Chiorazzo, il re delle cooperative bianche, smentendo clamorosamente Bubbico e Speranza (il primo ex-presidente della giunta regionale e il secondo ex-ministro della sanità), poi ha impallinato l’oculista Domenico Lacerenza, amico di De Filippo (già anch’egli presidente della giunta regionale) e infine ha ripiegato sul presidente della provincia di Matera, nonché sindaco di Montalbano Jonico, Piero Marrese che potrà contare su una parte del PD, sui 5Stelle e sugli irrilevanti Verdi-Sinistra, + Europa e i Socialisti. Quest’ultimo rischia oltre che di fare una brutta figura, anche di arrivare terzo. Una vittima sacrificale, finita nelle fauci della inettitudine del due Conte-Schlein che, per il suo bene e il suo promettente futuro politico, farebbe meglio a rinunciare.
Con Bardi andranno Italia Viva di Matteo Renzi e soprattutto Azione di Carlo Calenda, quest’ultima formazione a livello regionale è rappresentata dall’ex-presidente della giunta regionale Marcello Pittella che, forte anche della recente assoluzione in appello dallo scandalo per le assunzioni in sanità, può contare su di un vasto consenso. Quella di Pittella è una operazione politica importante, perché se si tiene conto che l’eletto in provincia di Matera per Fratelli d’Italia, Vizziello, è ormai fuori dal partito e l’assessore uscente Cosimo Latronico, ex-democristiano prima e uomo di Forza Italia dopo e infine di FdI, potrebbe essere l’unico eletto in provincia di Matera per il partito di Giorgia Meloni, si rafforza il Centro e diventa sempre più marginale la Destra.
Il destino di Marrese, che potrebbe almeno entrare come secondo in consiglio regionale, è legato alla performance elettorale di Angelo Chiorazzo ed a quanto saprà motivare le truppe del PD, tenendo anche presente che l’elettorato della provincia di Potenza, per quanto egli non sia inviso a Vito De Filippo, è più del doppio di quello della provincia di Matera. Nel rinunciare alla candidatura lo stimato cardiologo Domenico Lacerenza in una nota ha scritto che: “Dopo un’attenta riflessione voglio comunicare la mia rinuncia alla candidatura a Presidente della Regione Basilicata. È una decisione presa con assoluta serenità e anche nell’interesse delle forze politiche che hanno voluto propormi. Avevo dato la mia disponibilità, ma non posso non registrare le reazioni che ci sono state in seguito. In ogni caso voglio che lo spirito che ha portato alla proposta che ho ricevuto, cioè la ricerca dell’unità dei moderati e progressisti e l’offerta di una coalizione capace di battere il centro-destra in Basilicata, sia preservato, e per questo faccio un passo indietro. Lo devo anche alla mia storia professionale e per rispetto alla comunità dei lucani. Ringrazio quanti hanno espresso fiducia nei miei confronti, e in particolare Elly Schlein, Giuseppe Conte e Angelo Chiorazzo”.
Gli ha fatto immediatamente eco l’altro trombato, Angelo Chiorazzo, il patron della cooperativa bianca Auxilium e leader di Basilicata casa Comune, che da alcune settimane aveva lanciato la sua candidatura con il sostegno di una parte del PD e principalmente dell’ex-ministro Roberto Speranza ma che aveva subito lo stop da parte dei 5Stelle: “Ci siamo candidati a guidare la Basilicata per cercare di portare un vento di rinnovamento, per dare seguito alla richiesta di cambiamento che veniva dai territori, dalle tante donne e uomini che con entusiasmo si sono riavvicinati alla politica, nell’area di centrosinistra, e che si sentivano privi di un riferimento. Persone che coltivavano, insieme, il desiderio di dare una mano, e di far voltare pagina alla Basilicata, immersa negli ultimi 5 anni nella peggiore giunta che abbia mai visto. Le vicende degli ultimi giorni sono sotto gli occhi di tutti. Fino a due settimane fa, ci siamo sempre disinteressati delle dinamiche interne ai partiti. Con grande piacere avevamo registrato la convergenza del PD lucano, e di larga parte di militanti, simpatizzanti, parti significative di classe dirigente degli altri partiti e movimenti del centrosinistra, del Movimento 5 stelle, dei Verdi e di Italia viva, nonché di rappresentanti autorevoli della società civile…”
Tranne cambiamenti all’ultimo minuto, ormai sempre possibili, ci saranno dunque quattro candidati alla presidenza: Vito Bardi, Piero Marrese, Angelo Chiorazzo e Eustacchio Follia per Volt. Una cosa è certa, con il duo Conte-Schlein, tranne che per una implosione interna, Giorgia Meloni può dormire sonni tranquilli anche a livello nazionale.