Pedro Sanchez, Premier spagnolo, è in tour per l’Europa per cercare di ampliare.il blocco degli Stati disposti a riconoscere lo stato di Palestina. Proprio in queste ore Sanchez e Jonas Gahr Store, Premier norvegese, hanno reso pubblica una dichiarazione dove si dicono “pronti a riconoscere la Palestina come Stato ed appoggiare il suo ingresso come membro di pieno diritto delle Nazioni Unite“.
Store durante la conferenza stampa ha ribadito che la “Norvegia è pronta a riconoscere lo Stato palestinese, la questione è quando. Per questo è così utile che Sanchez abbia avviato questa iniziativa perché sia un gruppo di Paesi a riconoscerlo. Non escludo che la Norvegia lo faccia in contemporanea con la Spagna”,
Il lavoro svolto da Sanchez per arrivare al riconoscimento della Palestina come Stato, non si è limitato al tour europeo, ma nei mesi scorsi ha girato il medio oriente per capire le eventuali ripercussioni tra Giordania, Arabia Saudita e Qatar.
Il riconoscimento dello Stato di Palestina. e l’eventuale ingresso nelle Nazioni Unite, alla luce del genocidio in atto da parte di Israele, è certamente una vittoria, ma rischia di essere una vittoria mutilata se passasse mai la linea dei due popoli due stati. La Palestina ha diritto di esistere nella sua interezza, e per questo Israele deve restituire le terre che nei decenni le ha sottratto con la forza militare. La Palestina deve prendere la sovranità sui territori palestinesi della Cisgiordania e della striscia di Gaza, con Gerusalemme Est come capitale designata, altre soluzioni sarebbero una sconfitta anche per Sanchez, che risulta essere in linea con le idee della Open Society Foundation di Soros: è inserito infatti nella logica della Great Zion, quindi di un nuovo ordine mondiale dove il potere per gli ashkenaziti deve essere globale. Idea in conflitto con quella della piccola Zion, che è, appunto, Israele.
C’è da dire che quella forza militare , che ha consentito ad Israele per decenni di sottrarre territori ai Palestinesi , è stata alimentata dagli Stati Uniti e , strano a dirsi , anche dall’Italia . I principali fornitori di armi delle truppe israeliane , infatti , sono : gli Stati Uniti , con circa il 70% ; la Germania , con circa il 20% ed al terzo , forse , difficile a credersi , c’è proprio l’Italia , con il 5% , circa . Tra le ultime forniture italiane , inviate alle forze armate con la stella di David , spicca l’Alenia Aermacchi M 346 , un addestratore transonico , venduto tra il 2014 ed il 2016 , in 30 esemplari ed in dotazione al 102 esimo gruppo di stanza nella base dell’Israel Airforce di Hatzerim . Gli USA , tra le altre cose , hanno deciso di porre in essere una stranissima politica cerchiobottista , ossia , mandano aiuti umanitari alla popolazione martoriata di Gaza e , nel contempo , mandano armi ad Israele , con le quali martoriare i Palestinesi . Non è tutto , anche l’Italia , purtroppo , non è da meno , infatti , dopo aver mandato anch’essa armi , usate da Israele per colpire i Palestinesi , ha inviato la nave militare “Vulcano” , lo scorso febbraio , per prelevare alcuni bambini feriti , nella striscia di Gaza e portarli in Italia , affinché fossero curati .
Speriamo, che quello che hanno deciso di fare Sanchez e Store , non sia l’ennesima trovata cerchiobottista , o se si preferisce , l’ennesima pulcinellata , in cui , alcuni politicanti europei , negli scorsi decenni , hanno dimostrato di essere degli insuperabili maestri .
e la novità quale sarebbe?
siamo il 5 o 6 paese al mondo per produzione ed esportazione. che uno stato nel bacino del mediterraneo ne compri di più che uno del pacifico mi pare scontato.
in quanto al territorio sottratto ai palestinesi ,sarebbe quello previsto in origine alla fine del mandato inglese,o quello dei vari accordi che si sono succeduti fino a Oslo e sempre rifiutati dalle varie”rappresentanze”palestinesi? e il genocidio ( presunto) sempre su dati di un unica fonte,include anche i stimati 12mila combattenti di hamas ed altre organizzazioni ed anche tutti i civili che fiancheggiatori hamas senza farne parte? ( testimonianza di una infermiera israeliana rapita da civili armati il 7 ottobre, e poi venduta ad hamas. per esempio).
Il territorio sottratto ai palestinesi è tutta la Palestina.
Dal punto di vista del diritto più elementare, più universale, la cosa è chiara: gli israeliani non hanno alcun diritto su quella terra. I palestinesi sono la popolazione indigena in lotta per l’indipendenza e l’autodeterminazione, e hanno il sacrosanto diritto di difendersi, con le armi e con tutti gli altri mezzi, dai coloni sionisti che, da oltre un secolo, tentano di rimpiazzarla con una vera e propria pulizia etnica intensificatasi nel 1948 con la proclamazione dello Stato di Israele, avamposto coloniale nel cuore del mondo arabo, supportato dalle forze imperialiste mondiali (tra le quali l’URSS).
infine: magari aggiungere che la marina italiana si è ritirata dal programma dei droni subacquei israeliani ( fonte “analisi difesa “, fa punteggio pere sembrare un poco più filopalestinesi e meno filoisraeliani?
La soluzione “due popoli due stati” è impraticabile perché ignora l’intreccio inestricabile tra le zone abitate dagli ebrei-israeliani e quelle abitate dai palestinesi, ed è ingiusta perché presuppone che vi sia una parità (che non c’è) nel potere e nella legittimità morale fra uno Stato colonizzatore e un popolo colonizzato. Inoltre, concedendo diritti nazionali limitati ai soli palestinesi che vivono nei territori occupati nel 1967, questa soluzione condanna i palestinesi cittadini di Israele ad uno status permanente di seconda classe rispetto ai cittadini ebrei e nega ai palestinesi rifugiati e in esilio il diritto al ritorno nella propria patria sancito a livello internazionale. Giustamente Luigi Cortese scrive che “la Palestina ha diritto di esistere nella sua interezza”, e quindi uno Stato palestinese deve comprendere la Palestina storica, cioè il territorio sotto il Mandato britannico dopo la Prima guerra mondiale, che corrisponde all’attuale Israele e territori palestinesi occupati di Cisgiordania e Striscia di Gaza.
Bisogna comprendere che Israele è uno Stato coloniale che incarna un’ideologia fanatica e razzista, alieno al contesto arabo mediorientale e artificialmente tenuto in vita dall’enorme afflusso di mezzi, soldi e armamenti statunitensi. E’ impossibile raggiungere pace, stabilità e giustizia senza la rimozione di questa struttura materiale e della ideologia che la sostiene.
Una soluzione equa, certamente difficile ma non impossibile, è la costituzione, sul territorio della Palestina storica, di uno Stato di Palestina unitario, binazionale e non confessionale al posto dello Stato sionista, che garantisca il diritto al ritorno dei rifugiati, la fine dell’occupazione delle terre arabe e la possibilità per i coloni ebrei di vivere come cittadini alla pari con i palestinesi nativi.
infatti,come è noto,i paesi musulmani pullulano di comunità ebraiche che vivono in quei paesi come cittadini alla pari dei musulmani.
ma in che film?
In Libano, che è uno Stato e non un film.
a margine, la sedicente Palestina storica,prima si chiamava giudea. da Adriano in poi,domata l’ultima rivolta,i romani,e poi continuarono i bizantini ,la rinominarono siria-Palestina. e Gerusalemme da Amelia capitolina divenne la ilya araba dopo la conquista di Omar.
aelia. poi dicono dell’intelligenza artificiale. deficienza artificiale.
La Palestina storica non è sedicente perché non si dice da sé, semmai l’ho detta io, citando l’espressione usata dallo storico israeliano Ilan Pappé nei suoi numerosi libri.
una rondine non fa primavera.ci sono fior di membri di organizzazioni islamiche( vedi su memri, per es.)che sostengono che la lotta palestinese è una scusa per cancellare Israele.la loro tolleranza la trovi oggi su la “verità ” di oggi( rassegna stampa) in basso a sx: tunisino di 28 anni pestato a Perugia alla festa di fine ramadan, xchè si è convertito al cristianesimo. e la trovi anche sui libri molto documentati di bat ye’or. il genocidio lo fecero anche i giordani nel settembre nero del 1970 quando re husayn fece attaccare i palestinesi che volevano prendersi la giordania .così lo definì ” la voce dell’islam”,egiziano.egitto ,a gaza,e Giordania in Cisgiordania che avendo occupato x quasi vent’anni quelle zone, fino al 67,si guardarono bene di fare lo stato palestinese.
poi i “palestinesi” se credono di essere una nazione,fanno bene a combattere x il loro stato. gli israeliani fanno il loro combattendoli a loro volta. gli ostaggi sono sempre esistiti in ogni guerra.ma, se li mollassero subito, il cessate il fuoco ci sarebbe .non vogliono.
Il Libano non è una rondine, ma uno Stato mediorientale con una popolazione di quasi sei milioni di abitanti a netta maggioranza musulmana, che riconosce ufficialmente diciotto comunità religiose tra cui quella ebraica e dove convivono su un piano paritario ebrei e musulmani (cosa sulla quale nel tuo commento precedente ironizzavi), il che dimostra che la primavera è possibile, non facile, ma possibile… anche in Palestina.
Se poi vuoi parlare degli atti di intolleranza e di violenza, beh, i coloni israeliani nei territori occupati, spalleggiati dall’IDF, te ne danno un esempio drammatico e quotidiano, ma non ne troverai la cronaca sul giornale diretto da Belpietro.
Nel settembre del 1970 la Giordania ha ucciso circa 25.000 palestinesi. E allora, questo per te giustifica il genocidio dei palestinesi che sta compiendo Israele, e che è solo l’ultima e più brutale fase di una pulizia etnica che ha da sempre caratterizzato la politica di questo Stato?
Quelli che ragionano come te credono davvero che, siccome la Palestina duemila anni fa si chiamava Giudea, chi oggi si proclama giudeo ha il diritto di prendersela e fare ciò che vuole dei palestinesi che vi vivono da secoli? Se è così, anche i libanesi hanno il diritto di prendersi Palermo, nonché di derubare, cacciare e uccidere i palermitani… perché Palermo fu fondata dai fenici di Tiro (l’odierno Libano) tra il VII e il VI secolo a.C.!
Quelli come me, invece, riconoscono Israele per quello che è: uno Stato-canaglia, uno Stato coloniale che si pone come obiettivo l’eliminazione dei nativi palestinesi e la loro sostituzione con comunità ebraiche. E poco importa se anche a me i musulmani stanno sulle palle! Quello che conta è che gli israeliani (non tutti gli ebrei) sono i colonizzatori, e non hanno nessun diritto su quella terra; i palestinesi sono i colonizzati, e qualunque sia la loro leadership (Olp, Hamas, Jihad islamica, Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina o altro), che ci piaccia o meno, hanno tutto il diritto di combattere con ogni mezzo per liberare la loro terra dal dominio degli usurpatori.
quelli che ragionano come te sono gli stessi che scrissero le leggi razziali.citare il Libano,che di fatto,dopo la lunga guerra civile,è in mano a hezbolla( gli altri non contano più un tubo), in merito alla questione, non è neppure triste. è ridicolo.
Con quest’ultimo commento ai dimostrato di essere il solito propagandista d’Israele che, messo alle strette, comincia a dare di matto, a parlare di leggi razziali (l’Olocausto! l’Olocausto!) e lanciare accuse di antisemitismo a organo sessuale maschile di quadrupede della famiglia dei canidi. Peccato. Pur nella diversità delle opinioni, mi sembravi una persona con cui poter discutere.
Stammi bene.