di Luigi Cortese

Pedro Sanchez, Premier spagnolo, è in tour per l’Europa per cercare di ampliare.il blocco degli Stati disposti a riconoscere lo stato di Palestina. Proprio in queste ore Sanchez e Jonas Gahr Store, Premier norvegese, hanno reso pubblica una dichiarazione dove si dicono “pronti a riconoscere la Palestina come Stato ed appoggiare il suo ingresso come membro di pieno diritto delle Nazioni Unite“.

Store durante la conferenza stampa ha ribadito che la “Norvegia è pronta a riconoscere lo Stato palestinese, la questione è quando. Per questo è così utile che Sanchez abbia avviato questa iniziativa perché sia un gruppo di Paesi a riconoscerlo. Non escludo che la Norvegia lo faccia in contemporanea con la Spagna”,

Il lavoro svolto da Sanchez per arrivare al riconoscimento della Palestina come Stato, non si è limitato al tour europeo, ma nei mesi scorsi ha girato il medio oriente per capire le eventuali ripercussioni tra Giordania, Arabia Saudita e Qatar.

Il riconoscimento dello Stato di Palestina. e l’eventuale ingresso nelle Nazioni Unite, alla luce del genocidio in atto da parte di Israele, è certamente una vittoria, ma rischia di essere una vittoria mutilata se passasse mai la linea dei due popoli due stati. La Palestina ha diritto di esistere nella sua interezza, e per questo Israele deve restituire le terre che nei decenni le ha sottratto con la forza militare. La Palestina deve prendere la sovranità sui territori palestinesi della Cisgiordania e della striscia di Gaza, con Gerusalemme Est come capitale designata, altre soluzioni sarebbero una sconfitta anche per Sanchez, che risulta essere in linea con le idee della Open Society Foundation di Soros: è inserito infatti nella logica della Great Zion, quindi di un nuovo ordine mondiale dove il potere per gli ashkenaziti deve essere globale. Idea in conflitto con quella della piccola Zion, che è, appunto, Israele.

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