di Vincenzo Maida
In Basilicata si vota per il rinnovo del consiglio regionale domenica 21 aprile dalle ore 7 alle ore 23 e lunedì 22 dalle 7 alle 15, appena dopo inizierà lo spoglio.
Gli elettori troveranno sulle schede i simboli delle liste aggregate ai nomi dei candidati alla presidenza. Non è possibile il voto disgiunto, come in Sardegna, pena l’annullamento dello stesso e si potrà esprimere anche una doppia preferenza di genere. A competere sono una coalizione di centro-destra, guidata dall’uscente ex-Generale Vito Bardi in quota Forza Italia, quella di centro-sinistra, guidata dalla candidatura di ripiego di Piero Marrese, dopo che sono state bruciate le candidature di Angelo Chiorazzo, sponsorizzata dall’ex-ministro della Sanità Roberto Speranza, e quella di un noto oculista dell’ospedale San Carlo di Potenza, una liste con il terzo candidato che è Eustacchio Follia di Volt.
La novità in Basilicata è che Italia Viva con Braia e Polese e Azione con Marcello Pittella sono aggregate al centro-destra e Vito Bardi guida sette liste, mentre Piero deve accontentarsi di cinque liste, tra cui quella dei CinqueStelle, con candidati che hanno oggettivamente una forza elettorale di gran lunga inferiore a quelli del centro-destra. Tutti i sondaggi danno nettamene in vantaggio l’aggregazione di Vito Bardi e nonostante i disperati tentativi dell’aggregazione di centro-sinistra di accreditarsi come il nuovo che avanza (sic!), la forbice a vantaggio del centro-destra dovrebbe essere abbastanza consistente.
Piero Marrese pagherà lo scotto degli errori commessi nella fase preelettorale con i veti incrociati e determinante potrebbero essere proprio Italia Viva e Azione, soprattutto quest’ultima aggregazione con Marcello Pittella, insieme potrebbero arrivare a conquistare una percentuale di consenso a due cifre. Marrese come perdente entrerà comunque in consiglio regionale, ma dovrà lasciare sia la carica di Presidente della Provincia di Matera che quella di Sindaco di Montalbano Jonico, comune nel quale vive e dove ha vinto con un largo margine di consensi per responsabilità di alcuni rappresentanti della Destra che in passato godeva di un largo consenso, ma purtroppo alcuni manovali della politica hanno pensato di essere diventati anche tattici e strateghi, portando la Destra ad azzerarsi.
La Basilicata è stata da sempre governata prima dalla DC e dal pentapartito, con il PCI nel ruolo di compartecipe dall’opposizione, e poi da coalizioni catto-comuniste nell’ultimo trentennio, quando al clientelismo tutto sommato umano dei demo-socialisti si è sostituito quello settario e spietato tipico dei comunisti. I risultati sono stati disastrosi ad ogni livello ed in ogni settore della vita pubblica. Eppure la Basilicata è una regione ricca di risorse naturali, estesa dall’Adriatico allo Jonio, quindi con grandi potenzialità e con una ricchezza ambientale che ha trovato purtroppo una classe dirigente non all’altezza. Se c’è una responsabilità degli ultimi cinque anni del governo Bardi è quella di non saputo invertire la rotta rispetto ai passati governi e i dati lo testimoniano. Unica nota positiva è quella di aver posto un freno alle pratiche clientelari catto-comuniste.