di Roberto Fiore

La sentenza della Cassazione riguarda il processo Ursino e altri che corre parallelo a quello principale di Aronica, del sottoscritto ed altri, segnando una significativa svolta nella storia processuale degli eventi del 9 ottobre.

Sappiamo che la Procura, dalle prime ore successive all’evento, impose una drammatica sterzata: portando all’estremo un processo che fino alle prime ore del mattino si sarebbe risolto in una direttissima per reati quali manifestazione non autorizzata, resistenza e forse danneggiamenti, arrestando 12 persone e traducendole a Poggioreale e in altre carceri colpendo cosi il cuore politico della manifestazione, cioè Forza Nuova.

In quel momento la Procura svela una falsa narrativa che consiste nel fatto che la manifestazione si era conclusa con un “assalto“, organizzato precedentemente, alla CGIL (luogo di istituzioni democratiche) commettendo il reato di devastazione, che nel suo complicato DNA ha al suo interno, necessaria ed indispensabile, la lesione all’ordine pubblico.

Va fatto un ragionamento pregresso: la devastazione, reato solo in Italia, non esiste in nessun parlamento europeo. Viene creato da Rocco su richiesta del governo fascista per reprimere i gruppi squadristici che a metà anni ’20 continuavano ad attaccare sedi della massoneria, partiti o sindacati, creando imbarazzo al governo di Mussolini.

Questo reato, supera il mero danneggiamento, lo drammatizza con la lesione all’ordine pubblico e viene applicato in circostanze particolari: G8 di Genova, 9 ottobre, appunto, e in questi ultimi giorni verso gli anarchici di Torino.

La narrativa del popolo anti Green Pass e di Forza Nuova è totalmente differente: il 9 ottobre si ritrovano 100mila persone che affollano piazza del Popolo, assistono ad una serie di interventi in cui sono protagonisti magistrati, avvocati, sindacalisti, imprenditori, rappresentanti di comunità, e infine, l’ex nunzio Apostolico negli Usa, Mons. Viganò.

Dopo il comizio a piazza del Popolo, i manifestanti ottengono l’autorizzazione a manifestare ed andare sotto la CGIL e fare un megafonaggio. Questa è la verità del 9 ottobre che viene però subito trasformata dalla Procura che intende dare una punizione esemplare, demolire l’etat d’ esprit che aveva riempito Roma, portare in carcere i forzanovisti, concludendo la sua feroce azione con la messa al bando del movimento. Nel lavoro importante e indefesso degli avvocati Taormina, Trisciuoglio e Di Nanna, tra gli altri, avviene invece la rivalutazione della narrativa che si concretizza negli ultimi mesi in denunce contro i poliziotti che hanno detto il falso e contro la Procura che ha occultato prove favorevoli alla difesa con particolare riferimento alla presenza dell’infiltrato W1.

Non ci sarebbe stata nessuna devastazione se non fosse stato per questo infiltrato che entra, apre la porta prosegue poi, e qui la vicenda diventa inquietante, al primo piano verso l’ufficio di Landini: unico a conoscere l’ubicazione di questo ufficio, lascia nell’agenda della segretaria un messaggio: “Oggi è una giornata storica“. Questo infiltrato, la cui presenza è stata denunciata dal coraggiosissimo giornalista Sansonetti, e che ha portato a un’interrogazione parlamentare a Piantedosi sulla presenza di infiltrati quel giorno, questa visione delle cose viene a cozzare con la rigida posizione della Procura e del PM, che porta a quella sentenza, ridicola e assurda che ha fatto rabbrividire tutti coloro che credono nella giustizia in Italia: otto anni e mezzo a tutti gli esponenti di Forza Nuova.

Tutto ciò cade il 24 aprile con la sentenza della prima sezione di Cassazione che a nulla la condanna per devastazione

Con questa sentenza viene messa una pietra su un processo che si stava già sgretolando per il procedere delle denunce contro la Procura e la polizia e che oggi riconosce il fatto storico che non ci fu nessuna devastazione. Ciò che è avvenuto, è avvenuto per mano di alcune persone che ancora non è chiaro chi siano ma non ha avuto la valenza di una lesione dell’ordine pubblico. Siamo a metà della strada ma non solamente con questa sentenza praticamente crolla la possibilità che qualcuno vada in carcere (alcuni se fosse stata riconfermata la sentenza sarebbero rientrati il 24 stesso), ma soprattutto apre uno spiraglio alla controffensiva giudiziaria che è in atto in questo momento e che punta a trasformare questo gravissimo attacco alle libertà degli italiani e alle libertà politiche di forzanovisti e non, di trasformarsi in un boomerang che cambia le sorti del processo e forse anche radicalmente le sorti dello scontro tra il popolo del 9 ottobre e il Deep State.

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