di Vincenzo Maida

Il 25 aprile va ricordato soprattutto perché è la data di nascita di un grande italiano; Guglielmo Marconi (Bologna 25aprile 1878).

Egli fu l’iniziatore del cambiamento del mondo contemporaneo: la sua invenzione, un sistema di telegrafia senza fili messo a punto nel 1895, avviò le radiocomunicazioni. L’enciclopedia Treccani, fondata negli anni’30, cosi traccia la sua biografia; padre italiano (Giuseppe, ricco possidente terriero impegnato nella gestione di consistenti proprietà patrimoniali e in diverse attività commerciali) e madre irlandese (Annie Jameson), Guglielmo Marconi non seguì un corso di studi tradizionale anche a causa dei numerosi spostamenti della famiglia, dapprima in Inghilterra e poi in Toscana. A Livorno il giovane Marconi prese lezioni private in ambito scientifico e sviluppò un forte interesse per l’elettrotecnica, che approfondì con Vincenzo Rosa (1848-1908), professore di fisica del liceo locale e unica figura di maestro che Marconi riconobbe in seguito, ripercorrendo gli anni della sua formazione.

Nel laboratorio allestito nella casa paterna di Villa Griffone, nella campagna bolognese, il giovane si dedicò a esperimenti e letture di notevole livello (era tra l’altro abbonato alla rivista «L’Elettricità»), maturando ben presto l’ambizione di diventare inventore. Fin dal suo primo progetto tecnico (il tentativo, intrapreso all’età di diciotto anni, di realizzare una nuova pila elettrica da presentare a un concorso internazionale bandito da «L’Elettricità»), manifestò interesse per le applicazioni tecnologiche concrete e per il loro possibile sfruttamento commerciale. Dei suoi primi progetti ebbe l’occasione di discutere con Augusto Righi, noto docente dell’Università di Bologna impegnato in importanti esperimenti sulle onde elettromagnetiche; ma dopo avere ricevuto il suggerimento di terminare gli studi, decise di dedicarsi in totale segreto al progetto che avviò all’età di vent’anni e che avrebbe rivoluzionato il mondo delle telecomunicazioni.

L’ostinazione nella riprova di innumerevoli modifiche e l’ottima abilità manuale furono elementi decisivi nel consentirgli di migliorare alcuni dispositivi (in particolare, perfezionò il rivelatore di onde elettromagnetiche – il coherer – dotandolo di un’eccezionale sensibilità) e per l’introduzione dell’antenna, elemento fondamentale del sistema Marconi.
Marconi aderì al fascismo, assumendo qualche anno dopo incarichi scientifici tra i quali spicca, per incisività dell’azione, la presidenza del CNR (1928). I tempi dell’adesione al fascismo coincisero con l’avvio della radiodiffusione in Italia e con la riorganizzazione delle comunicazioni radioelettriche che diedero luogo a un sistema basato su un oligopolio in cui le Società Marconi erano presenti in modo rilevante. Oltre alla difesa degli interessi imprenditoriali, fu il suo convinto nazionalismo a condurlo verso il fascismo, e nel corso degli anni Marconi divenne personaggio rappresentativo del regime, celebrato come genio italico.

Venne nominato presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche nel 1927 e della Regia Accademia d’Italia (l’attuale Accademia Nazionale dei Lincei) il 19 settembre 1930, diventando automaticamente membro del Gran consiglio del fascismo, pur partecipando, a causa dei suoi impegni scientifici, a una sola seduta.

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