di Gabriele Manfrè

La Lituania e la Polonia sotto bandiera Nato iniziano un’esercitazione con 1500 uomini lungo il corridoio di Suwalki,punto di incontro fra i confini di, appunto, Polonia, Lituania e Russia. Sembrerebbe accelerare la possibilità di un’intervento delle truppe atlantiste nel territorio ucraino, o meglio, intervento armato, in quanto le unità statunitensi si trovano già ad Odessa disarmate.

L’intervento delle truppe Nato è stato ed è tutt’ora fortemente richiesto da Macron, in quanto le sue colonie africane, come veri leoni, una ad una si stanno liberando dell’invasore latino con il sostegno di mosca. Il Sael è un campo di battaglia che sta vedendo le forze occidentali schiantarsi contro un muro di cemento armato, invani i tentativi di armare il Boko Haram stanziate nelle zone semi desertiche del centro Africa. Ibrahim Traorè e gli alleati di Mali e Guinea, ogni giorno che passa, divorano sempre di più i territori occupati dai jihadisti. Il Ciad è una polveriera con la miccia già accesa e le unità delle “Africa Corps” sono vicinissime alla capitale N’Djamena. Le truppe americane hanno lasciato ufficialmente il Niger sotto le fortissime pressioni del neo governo filo Mosca, le uniche unità presenti nella nazione, ormai, sono quelle italiane ma in procinto di fare i bagagli.

Gli atlantisti nei territori ex ecowas sono stati respinti a calci in faccia; le zone africane conquistate da Putin gli stanno garantendo, oltre che ad un’infinità di materie prime, il dominio sull’oro, che, ricordo, sta venendo utilizzato come valore di scambio internazionale da parte del blocco orientale per contrastare il dollaro e che ha raggiunto il prezzo record di 82 euro al grammo, mai stato così forte nella storia.

Spostandoci nel vicino oriente troviamo un Israele sempre più isolato, circondato da nazioni e popoli che non vedono l’ora di batterlo. Si sta chiudendo in angolo e molto probabilmente, a breve, arriveranno anche i pugni da parte di tutti; perché, tengo a ricordare, che fino a 30 anni fa la capitale del sionismo doveva fronteggiare dei pastori con in mano dei fucili della prima guerra mondiale, ma ormai si trova difronte dei colossi economici come l’Arabia Saudita, il Quatar, il Bahrein, gli Emirati Arabi e l’Iran, tutte nazioni che hanno voltato le spalle a Washington e si sono apertamente schierati con la BRICS, garantendo il controllo dell’OPEC all’impero Chino-Russo.

L’Ucraina, una nazione sventrata, che non è in grado di riuscire a rompere le linee dell’esercito di Mosca, con la sconfitta ad Adviinka ha, quasi certamente, perso ogni possibilità di avvicinarsi a Donestk, ma lo scenario più spaventoso è che, dopo i pochi villaggi alle spalle di Adviinka, ci sono chilometri e chilometri di campagne, dove si prospetta la possibilità di un altro, forse il più grande dall’inizio del conflitto, tritacarne umano, e sarebbe un gigantesco scontro fra una nazione arrivata al limite ed un’altra che è in grado di sparare in un mese la produzione annuale di missili dell’Unione Europea, riuscendo a radere al suolo 20 villaggi al giorno.

Infine il Sud America: zona di mondo un po’ lasciata in disparte dai media, a mio avviso per la vicinanza con gli USA. C’è il Venezuela di Maduro che bisticcia con tutti i suoi vicini di casa da ormai tre mesi, l’Equador che dopo la rivolta dei narcos ha compiuto atti diplomatici folli ai danni della Colombia e che ha da un mesetto l’esercito armato fino ai denti che passeggia per la nazione. Infine Milei, amico di Washington ed Israele, che muove accuse folli di terrorismo verso il vicino Brasile, che, ricordo, è membro fondatore dei BRICS. Non si prospetta un futuro roseo neanche per “il giardino di casa” di Biden. Non so se questa sarà la fine, ma credo non si sia mai andati così vicino.

Share via
Copy link
Powered by Social Snap