di Vincenzo Maida
Il generale Roberto Vannacci ha di fatto rinunciato a rappresentare una larga parte dell’Italia che non si riconosce in nessun schieramento politico e che si rifugia nel non voto.
Nelle ultime elezioni regionali, quelle che si sono svolte in Basilicata per il rinnovo del consiglio regionale, la percentuale dei votanti non è arrivata neanche al 50%. A chi obietta che nelle democrazie avanzate, come gli Stati Uniti d’America, è un calo fisiologico, facciamo osservare che ogni nazione ha delle caratteristiche peculiari e che questo dato in Italia assume ben altro significato. Vuol dire infatti sfiducia nella classe politica e protesta silenziosa. Tra una sinistra rappresentata da una ragazzotta che si dimena tra presunti diritti civili della minoranza LGBTQIA+ e frasi retoriche e a volte incomprensibili, un centro confuso e una Destra che tra gli strilli della leader si è ormai assiepata a livello internazionale su posizioni atlantiste e filoamericane, spingendosi fino ad una sottomissione a cui non era giunto neanche il pentapartito di Craxi, Andreotti, La Malfa, etc.etc., e a livello nazionale nella sostanziale conservazione dello status quo, la maggioranza degli elettori ormai preferisce rimanere a casa.
Il generale Vannacci aveva fatto sorgere la speranza di coagulare intorno a lui una parte di quel largo dissenso che ad oggi non ha rappresentanza. Ma evidentemente mal consigliato, o incapace di intrepretare un ruolo autonomo e davvero storico, alla fine non solo ha preferito sacrificare tutto per un probabile scranno nel parlamento europeo, dentro una Lega Salvini in evidente difficoltà sia di identità che di consensi, ma si lascia andare ad uscite di infimo livello culturale, come quella relativa al ripristino delle classe differenziate per i disabili.
Infatti, intanto, non distingue tra disabilità fisica e disabilità psichica. Qualcuno dovrebbe informalo che il massimo pensatore della Destra, non solo italiana ma oserei dire europea, nel dopoguerra è stato Julius Evola, disabile dal 1945 fino alla sua morte, a causa di alcune schegge che lo avevano colpito a Vienna durante un bombardamento. Nel processo che gli fu intentato, e dal quale uscì assolto, egli fu portato in tribunale sdraiato su un lenzuolo. Evola annovera tra le sue opere più significative “Rivolta contro il mondo moderno” che sta a ”Il mondo al contrario” di Vannacci”, per spessore culturale e profondità di pensiero, come la Divina Commedia a Topolino.
Sempre sui disabili, il generale forse non è a conoscenza che essi non sono abbandonati nelle classi che frequentano, ma hanno l’assistenza continua durante le ore di lezione, di un esperto che ha seguito un regolare corso di laurea ad hoc e di un altro assistente per i bisogni materiali.
Egli ha dunque sprecato un’ottima occasione per coagulare intorno a lui il consenso e le forze nazionali e sociali alternative rispetto all’attuale mondo politico che non gode della fiducia popolare, ma che riesce a mobilitare, come hanno dimostrato le recenti inchieste giudiziarie in Sicilia, in Puglia e nel Lazio, un elettorato per interessi, fino al pagamento del voto. Ci auguriamo che dopo la sbornia leghista, che sta creando molti malumori nel “carroccio”, il generale possa rinsavire.
polemica sterile.
se ha voglia di criticare il personaggio, deve fare du meglio.a me pareva evidente fin da subito che si riferisse a disabilità psichiche. talmente ovvio che ha trovato subito chi trva la pagliuzza nell’occhio dell’altro e non pare trave( della malafede) nel proprio.
la deficienza artificiale colpisce inevitabilmente: chi trova la pagliuzza e non la trave. vabbé.
La vicenda della candidatura di Vannacci credo possa riassumersi così: a destra il fascino della divisa non muore mai. Basta che qualcuno con le stellette dica qualcosa che ricordi vagamente “Dio, patria e famiglia” e i destri si sciolgono. E poco importa se è un atlantista convinto e ha approvato la dittatura sanitaria di cui il suo collega Figliuolo è stato un fedele collaboratore.
Fortunatamente, il generale Vannacci, proprio per il divario di statura intellettuale che c’è tra lui e Julius Evola, non potrà fare i danni che quest’ultimo ha fatto al mondo cattolico tradizionalista e alla destra in generale.
Vorrei ricordare il disprezzo manifestato da Evola nei confronti del cristianesimo, che lui contrapponeva al cattolicesimo romano, come se quest’ultimo potesse esistere senza il primo; come se il cristianesimo non fosse Cristo, ma solo un’ideologia costruita nei secoli per giustificare la civiltà cristiana; come se la cristianità fosse anche solo immaginabile senza imitare il cristianesimo dei primi secoli e la sua lunga, tenace opera di evangelizzazione. Da qui, il carattere tronfiamente aristocratico di un tipo umano che disprezza la gente comune in nome di una falsa nobiltà dello spirito.
Condivido (nel senso che sono d’accordo con lei)
sul neopaganesimo oramai è stato scritto tutto e di più.
pare curioso la polemica su vannacci.
ai tempi angioni candidato con la sinistra non fece altrettanto clamore.
il paracadutista comunista va bene.quello leghista no.se si fosse candidato con la meloni o con fiore avrebbero gridato al colpo di stato.
mah.
neopaganesimo di evola, ovviamente.