di Roberto Fiore
Le dichiarazioni di Papa Francesco agli Stati Generali della Natalità hanno aperto un solco profondo tra la dottrina della Chiesa e la politica attuale che nemmeno si sogna di parlare di queste cose. Le dichiarazioni del Pontefice sono chiarissime: “Se il fabbricare armi distrugge la vita, gli anticoncezionali impediscono la vita”. Questa linea profondamente presente nella Dottrina della Chiesa, in primo luogo nell’Humanae vitae, come ebbe a dire lo stesso Papa nelle Filippine va profondamente contro il neomalthusianesimo che pervade la società e che sostiene “che più bambini ci sono più povertà c’è”.
Queste dichiarazioni colpiscono il progetto di denatalità che sta colpendo l’Intero Occidente. Perché se è vero che è importante finanziare le giovani famiglie, è forse più importante combattere le politiche antidemografiche che sono al centro di tutti i governi, italiano incluso, e che non toccano minimamente la logica anticoncezionale che colpisce alla radice la possibilità di far nascere i bambini.
Questo è appunto il dato principale che è emerso agli Stati generali della Natalità che di fronte a una ministro, Roccella, che non ha potuto parlare ma che se avesse parlato avrebbe detto più fesserie che altro, ribadendo l’idea di mantenere l’aborto a tutti i costi (in passato disse che anche in caso di maggioranza assoluta contro l’aborto lei avrebbe sostenuto lo stesso questa pratica omicida); in questo momento si vanno profilando nella società quei settori profondamente italiani e cattolici che capiscono che c’è una battaglia davanti a loro ma non sostengono solamente gli aiuti alla famiglia ma capiscono che va cancellata una mentalità che nasce dai laboratori filosofici degli anni Sessanta come la Frankfurt School e tutti quei maîtres à penser e tutti quegli ambienti anticristiani, antipopolari legati alle grandi famiglie finanziarie; che sostanzialmente può attaccare un mondo che sta già avendo nella Russia un punto di riferimento visto che sta tentando di attaccare il bastione aborto, l’elemento più difficile da combattere in questa battaglia.
La base di ogni popolo, di ogni nazione, è la sua capacità di autoriprodursi sul piano biologico e su quello culturale: le due cose, in una società sana, vanno di pari passo. La società italiana (ma è una tendenza che ha caratterizzato tutta l’Europa), dalla fine della seconda guerra mondiale, ha devastato la sua capacità di autoriproduzione culturale diventando un’appendice degli Stati Uniti d’America, importandone valori(?) e stili di vita, e a ciò ha fatto seguito, a partire dalla fine degli anni ’60, la sua devastazione biologica. Basti pensare che nel 1964 sono nati in Italia 1.305.207 bambini, mentre nel 2023 ne sono nati appena 379.000 a fronte di 431.000 decessi: il quadro è quello dell’autosoppressione di una civiltà. Con questo andamento demografico, alla fine del secolo l’Italia scomparirà, diventerà un ospizio di vecchi che mangeranno gli ultimi risparmi delle generazioni precedenti, e gli italiani saranno sostituiti da popolazioni immigrate. Ma chi osa mettere in luce questa evidenza viene immediatamente stigmatizzato come bieco reazionario, razzista e fascista.
La battaglia da intraprendere, culturale prima ancora che politica, deve essere diretta senza esitazioni, senza compromessi, contro la cultura della morte (contraccezione, aborto, eutanasia, omosessualismo, gender e modi di vivere intrinsecamente sterili); contro il modello neoliberale dominante, che vuole solo individui isolati, sradicati, fragili e manipolabili e cerca quindi di distruggere tutte le strutture comunitarie; infine, e soprattutto, a favore della famiglia, intesa come unione di un uomo e una donna aperti alla vita, come luogo degli affetti, dell’aiuto reciproco e della tradizione.
“… in questo momento gli investimenti che danno più reddito
sono la fabbrica di armi e i contraccettivi : uno distrugge la vita ,
l’altro impedisce la vita … ”
Sante parole del nostro Pontefice . Ma , se i contraccettivi impediscono la vita , più deleterio di una fabbrica di armi e più ignobile , sino all’ennesima potenza , è l’aborto . Questo prende di mira l’essere umano più indifeso in assoluto che possa esistere : il nascituro . Un essere , incomprensibilmente , osteggiato ed odiato , sino alla morte , da buona parte della nostra società .
Addirittura per le femministe , la sua soppressione , è un “diritto” . Ma come possono , queste mefistofeliche creature , generate dalle mefitiche ed orride oscurità degli inferi , spacciare un DELITTO per un “diritto” ?
Come sia stato possibile che questa mortifera perversione che , ha preso particolarmente piede nei Paesi anglosassoni , ossia , in quei luoghi ove le donne sono donne e , gli uomini pure , sia potuta giungere sino a noi ?
A quest’ultima domanda , la risposta è semplice . Dopo la sconfitta della seconda guerra mondiale , i vincitori ed i servi dei vincitori , alberganti in Italia , ci hanno fatto tracannare tutto ciò che di buono e di male proveniva da quei Paesi . Il guaio è , che oltre ad averlo fatto , continuano a farlo .
“Vae victis” (guai ai vinti) avrebbe detto Brenno (Livio . Ab urbe condita libri , V . 48 ) , capo dei Galli Senoni .
Per quanto riguarda la prima domanda , invece , occorre ricollegare il fenomeno femminismo , all’antica Britannia (l’attuale Regno Unito) , ove sin dall’antichità classica erano note donne di potere , come la regina Budicca, sovrana degli Iceni , sconfitta dal governatore romano Svetonio Paolino, tra il 60 e 61 d . C . e la regina Cartimandua , sovrana dei Briganti (questi erano quelli “originali” da non confondere con i loro omonimi che infestarono la Campania meridionale e la Basilicata settentrionale e , fatti sterminare , tra il 1861 ed il 1864 , dai generali La Marmora e Cialdini ) , sconfitta dal governatore romano Petillio Ceriale , tra il 71 ed il 74 d . C .
Questo “vizio” , in quei popoli , è continuato nel tempo , basti ricordare Elisabetta I Tudor (1533 – 1603 ) , la regina Vittoria (1819 . 1901 ) ed Elisabetta II , scomparsa l’8 settembre del 2022 . E così , mentre l’antica Roma , con i suoi senatori ed i suoi eserciti , s’accingeva a conquistare il mondo e , mentre , più in là nei secoli , i sovrani Sabaudi non ebbero mai idea , in Italia , di far deroga alcuna alla legge salica ( non lo fece neppure Vittorio Emanuele III , quando ormai con l’acqua alla gola , gli proposero di nominare sua nuora , Maria Josè , reggente del piccolo Vittorio Emanuele , visto che il nonno ed il padre erano , in tutto o in parte compromessi ) , i Britanni prima , e gli Inglesi poi, con a seguito americani , canadesi , australiani e , via discorrendo , invece , non hanno mai alzato un dito contro le donne che volevano imporsi sugli uomini , donne che oggi definiamo , o definiremmo femministe . Queste femministe d’oltre oceano e d’oltre Manica , ma anche le nostrane a seguito , ritengono e propugnano l’aborto come una necessità politica ed una liceità morale . La prima è in difesa del maschio padre padrone e , dalla sua idea androcentrica , patriarcale e possessiva , quale unico detentore del “mancipium” , di latina memoria .
La seconda , invece , è ascrivibile al fatto che seppur consapevole , di una vita che germoglia e cresce nel suo corpo , la donna femminista , ritiene il feto come parte del proprio corpo e , dunque , ritiene moralmente lecito , disporre e fare quel che meglio crede di questo , ed anche sopprimerlo .
Il feto , però , è un essere umano , a pieno titolo ed a tutti gli effetti , sin dal suo concepimento e , come tutti gli esseri umani gode di ogni sacrosanto diritto anche e , soprattutto , quello di vivere . Una donna che vive un’esperienza unica e che , l’odiato (dalle femministe ) uomo , non ha e , non potrà mai avere , ossia , quella di far germinare e crescere un’altra vita all’interno del suo corpo , non può arrogarsi il “diritto” di disfarsene di questa vita , di tradire la sua creatura , quella creatura che dipende in tutto e per tutto ed unicamente da lei , quando è nel suo corpo , e che , dipenderà ancora , in tutto e per tutto da lei , quando sarà venuta al mondo e ciò , per svariati anni ancora . E’ inconcepibile che l’angelo della vita , divenga una traditrice della sua creatura , e si trasformi nell’angelo della morte . E’ inconcepibile che una madre al posto della vita dia a suo figlio la morte .
Madre Teresa di Calcutta , quando gli fu conferito il premio Nobel , il 10 dicembre del 1979 , tra altre cose , affermò ; “… se una donna può uccidere suo figlio , allora chi impedisce agli uomini di uccidersi tra di loro … ”
La santa aveva usato giustamente il verbo uccidere , perché quello è l’esatto termine da usare in questo caso e che , ribadiamo : l’aborto non è un “diritto” è un DELITTO .
Le femministe hanno sostituito il concetto di padre padrone con quello di madre padrona : il feto è mio e ne dispongo io . Mai sentito cosa più diabolica e perversa , appropriarsi della vita degli altri ed arrogarsi su di essa i poteri di vita e di morte .
Nerone , in confronto a queste , era un ingenuo pivellino , un dilettante da due soldi , un vero e proprio imbecille , altro che dispotico e sanguinario imperatore .
A proposito dell’aborto, ricordo che, nel periodo della psicopandemia, parlando con una mia collega, femminista sfegatata e vaccinazista convinta, a un certo punto le ho detto: “Dunque, il corpo è tuo e te lo gestisci tu se decidi di ammazzare il figlio che hai nella pancia, ma se decidi di non fare la cavia da laboratorio, cioè di non farti iniettare un siero genico sperimentale, allora il corpo non è più tuo e te lo deve gestire lo Stato. Ho capito bene?”.
E’ rimasta spiazzata, non è riuscita a rispondere, ma lo sguardo d’odio che mi ha lanciato è stato abbastanza eloquente.
Post scriptum . Oggi , domenica 12 maggio , è la festa della mamma , auguri sinceri ed affettuosi a tutte le mamme .