di Mattia Taricco

Il presidente cinese Xi Jinping sta compiendo il suo primo viaggio in Europa dopo il COVID, passando per la Francia, la Serbia e l’Ungheria.

Nulla da segnalare per quanto riguarda la Francia, che si attiene a una diplomazia molto “politically correct” e fa mantenere al presidente posizioni di comodo, mentre il suo arrivo in Serbia coincide con l’anniversario ( di 25 anni fa) del bombardamento americano su Belgrado, durante il quale fu colpita duramente anche l’ambasciata cinese.
Un anniversario importante in Cina poiché secondo l’opinione pubblica questo “inconveniente” non fu casuale. In effetti le dichiarazioni di Xi risultano molto chiare, avendo definito gli Stati Uniti come la principale minaccia per la pace nel mondo; un messaggio che viene portato anche in Ungheria e accolto con grande approvazione dai due popoli. È notizia recente, inoltre, la ferma volontà del primo ministro cinese di bloccare la conferenza sulla pace in Ucraina se la Russia non potrà sedere al tavolo delle trattative, una decisione politica non indifferente.

Che cosa possiamo dedurre da tutto ciò? Innanzitutto che la NATO e gli Stati Uniti sono sempre più soli, appoggiati da un’Europa che non è autonoma nelle decisioni e non rispetta le volontà popolari, mentre le alleanze e le simpatie verso Mosca sono in aumento costante e si rafforzano giorno dopo giorno. Un esempio plateale lo troviamo in Africa, dove sempre più stati si rivoltano contro l’ occupazione francese e abbracciano la collaborazione Russa, con risultati interessanti. Nel Burkina Faso di Ibraim Traorè, per esempio, dopo la cacciata dei francesi, il paese ha registrato un record per quanto riguarda la produzione d’oro, da sempre l’antidollaro per eccellenza.

Tornando a focalizzare l’attenzione sulla Cina, possiamo dire che la strategia di Xi può sicuramente accentuare le divisioni gia presenti in Europa, con alcune nazioni che si volgono ad est, appoggiate da forti alleati, ed altre che rimangono statiche nella bolgia atlantista. La politica espansionista della NATO e l’imperialismo americano sono sempre più traballanti e fallimentari, e creano rancore e allontanamento, invece che collaborazione, con le altre potenze mondiali.

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