di Gloria Callarelli
Il colore rosso fuoco, il viso contrito, i tratti violenti. Già a prima vista il colpo d’occhio non è dei più entusiasmanti o rassicuranti: ma ad un esame ancora più approfondito il nuovo dipinto sveltao nelle scorse ore e che ritrae per la prima volta Carlo d’Inghilterra re è un qualcosa di veramente inquietante. Anzi di più: satanico.
Commissionato per celebrare i 50 anni di Carlo come membro della Drapers’ Company, fondata centinaia di anni fa come associazione commerciale per i commercianti di lana, è largo circa tre metri per tre. A dipingerlo Jonathan Yeo, una sorta di guru dei vip col pennello. Le sue collezioni spaziano dai collage ai ritratti. Ma un elemento sembra accomunare gran parte della sua produzione: il male. Se si dà uno sguardo ad esempio a lavori sulla “Chirurgia estetica” che costui indaga dal rifacimento del seno fino, e come non poteva essere altrimenti, al cambiamento di sesso, l’emozione che viene all’occhio è l’angoscia. Nei tratti crudi, il cui intento è probabilmente quello di torcere lo stomaco alle persone, emergono, qua e là, corna, diavolerie. In calce, gli esempi. Lo stesso dicasi per i ritratti: prendete, uno a caso, quello dal titolo “Taron Egerton as Elton John“. Cosa osservate immediatamente? Insomma, diciamo un artista che non fa mistero di certe tematiche e che non bada troppo al bello… o a scartare ciò che non è…Bene. Mettiamola così.
Ebbene come ha spiegato l’opinionista Alex Jones nel suo noto programma “The Alex Jones show”, sdoppiando e accostando il ritratto di Carlo III quello che si scorge è una presenza ripetuta, ossessiva di demoni. C’è pure quella che sembra una coda, spuntare sopra la spalla. Ma l’apice diabolico lo si nota sdoppiando il ritratto e, guarda un po’, capovolgendolo: le due figure accostate formano la testa di caprone, un chiaro baphomet. Evidenti gli occhi, evidenti le corna. Addirittura le figure di questo tipo sarebbero tre. Tanto che Jones ha definito il dipinto “Trinità di satana”. Carlo, se la scoperta La disgusta, batta un colpo. Jonathan…vale anche per Lei.
Siamo sempre più convinti che quello che stiamo vivendo in questi anni, e sempre più chiaramente dall’avvio del Covid in poi, sia una battaglia soprattutto spirituale. Male contro Bene. satana contro Cristo. A ognuno la scelta di dove stare. Della serie: “Chi ha orecchi per intendere, intenda”: e ogni citazione, naturalmente, non è puramente casuale.
Alcune opere dell’autore del dipinto:
Beh,chiamare artista uno spennellatore e opere codesti obbrobri, mi pare alquanto eccessivo: il posto giusto dove buttare codesta porcheria? La discarica, sperando di non inquinare il suolo.
A prescindere dal giudizio estetico che possiamo dare sulle opere di Jonathan Yeo, credo che un artista possa esercitare il suo talento nel rappresentare il lato oscuro dell’esistenza (pensiamo a Dostoevskij in ambito letterario), possa guardare in faccia il male e mostrarlo anche in tutta la sua crudezza, ma al fine di condannarlo e poterlo consapevolmente combattere. Invece, in tante, troppe, rappresentazioni artistiche moderne e contemporanee c’è compiacimento, una sorta di gusto perverso nel rotolarsi nel fango.