di Redazione
Ha deciso di offrire di tasca sua delle frittelle a dei bambini italiani che si trovavano alla festa del paese e per questo è stato mandato a processo. Succede a Mantova, succede a Luca De Marchi, ex consigliere comunale, che oggi, dopo aver abbandonato Fratelli d’Italia, ha deciso di candidarsi “in proprio” nel suo comune con una lista civica denominata “Luca De Marchi per Mantova”.
I fatti nel 2019 quando lanciò l’idea in una campagna Facebook per aiutare anche le famiglie italiane in difficoltà dopo aver lamentato un operato del presidente della Repubblica alquanto insoddisfacente definendo Mattarella “nemico del popolo e della Costituzione”. Di qui l’accusa di discriminazione razziale e vilipendio: ovvero non si può decidere a chi regalare cosa, altrimenti qualcuno si offende, così come non si può criticare il lavoro del presidente della Repubblica. Un reato, per altro, che fa inorridire chi fa politica all’estero, perchè in gran parte sconosciuto: a ben vedere, andrebbe in realtà a minare la tanto conclamata democrazia, mettendo a tacere le minime libertà. Come quella di pensiero.
Dal canto suo De Marchi si difende: “Da vent’anni faccio volontariato con tutti. Se io aiuto ogni etnia che ha nazionalità italiana dov’è il razzismo? E’ tutta un’invenzione della magistratura rossa per attaccare una persona con la testa sulle spalle e coraggiosa”.
Giovedì 23 maggio alle 11 in piazza Sordello a Mantova una conferenza stampa di Forza Nuova darà sostegno a De Marchi. Non è un mistero la sua vicinanza al movimento, in particolare in questi ultimi mesi, che probabilmente ha accelerato la gogna politica e mediatica di un’accusa che ha tutta l’aria di essere strumento per attaccare politicamente la sua persona. Un’accusa forzata se è vero, come è vero, almeno sulla carta, che una persona in Italia oggi può ancora decidere come spendere i propri soldi o esprimere un parere politico, per quanto colorito. O non è più così?