di Gloria Callarelli

Carta bianca su strumenti di sorveglianza, test PCR, mascherine, vaccini obbligatori e altre contromisure. In soldoni è questo quello che passerà nei prossimi giorni all’Assemblea sanitaria dell’OMS, che si svolgerà dal 27 maggio al 1 giugno a Ginevra, con la partecipazione dei ministri della sanità e di altri rappresentanti nazionali di alto livello.

“Sfide sanitarie globali” come l’HIV, il Covid, il morbillo e la poliomielite, ma anche emergenza climatica e aumento di condizioni come l’ipertensione e l’obesità: sono parole che stiamo ormai sentendo sempre più spesso. L’obiettivo, ovviamente, abituarci, anche attraverso la neolingua, a vivere un sistema di costante allarme dove obbedire a quello che verrà deciso per il “bene di tutti”.

Negli ultimi tempi l’OMS sta attuando ricerche e studi, come ARIA, in modo che possa fornire direttive precise sulle misure di prevenzione e contagio a seguito di presenza di virus: imprenditori, famiglie, centri sanitari e altri luoghi al chiuso. Tutti sono inseriti nel report. Non sfugge nulla alla ricerca che è stata condotta in modo maniacale, nel vero senso della parola. Nelle loro formule, con matematica follia, i cosiddetti esperti dell’OMS analizzano l’“attività espiratoria” del parlare, cantare e gridare e ne analizzano l’impatto sulla diffusione dei virus. Gli esperti discutono questioni come la “concentrazione volumetrica delle emissioni di particelle” e la “deposizione gravitazionale” delle particelle di aerosol provenienti da persone sedute e/o in piedi. Nenache a dirlo si parla dell’importanza della prevenzione, delle mascherine e di tutte le misure che abbiamo imparato a conoscere sulla nostra pelle negli anni scorsi.

Per essere pronti a tutto questo, neanche a dirlo, l’OMS ha preparato un vademecum, appunto il trattato pandemico, che include tecnologie sanitarie, digitali, raccolta dati, controllo. Leggiamo: “L’introduzione di livelli di allerta supplementari, in funzione della gravità delle minacce sanitarie, migliorerebbe la precisione della comunicazione in merito alle minacce per la salute pubblica. Ciò rafforzerebbe la trasparenza e la legittimità delle misure restrittive o di carattere sanitario (Green pass? Vaccini obbligatori? ndr). Le tecnologie digitali e gli strumenti innovativi per la raccolta e la condivisione dei dati (il tracciamento: vi ricordate volevano sapere con chi eravamo in casa, in famiglia, chi era contagiato e chi no…nemmeno fossimo criminali ndr) nonché l’analisi predittiva possono contribuire alla comunicazione in tempo reale e agli allarmi rapidi, che dovrebbero, a loro volta, innescare una risposta più rapida. Un approccio coordinato a livello mondiale per individuare, sviluppare e distribuire soluzioni mediche efficaci e sicure, quali vaccini, medicinali, strumenti diagnostici e dispositivi di protezione, favorirebbe la sicurezza sanitaria collettiva“. Uno stato di allarme perenne in pratica dove verremo “salvati” con vaccini per tutti, mascherine obbligatorie, imposizioni sociali che limitano le libertà, non dimentichiamo che in tempo di Covid nemmeno un caffè potevamo bere in un bar, controllo sociale che mira a premiare chi esegue gli ordini e a punire chi lotta per la propria libertà e si oppone al nuovo ordine mondiale. Sotto la lente d’ingrandimento la sanità pubblica che punta sempre meno alla cura e sempre più al controllo.

Ai paesi membri dell’OMS spetterà in questi giorni la decisione finale relativa all’adozione dello strumento. Una volta approvato, lo strumento sarà giuridicamente vincolante e basato sulla costituzione dell’OMS.

 

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