di Roberto Fiore

Dopo 44 anni la strage di Ustica, finalmente, ha dei colpevoli, un movente e probabilmente una conseguente ripercussione nelle prossime settimane sulle relazioni diplomatiche con i nostri “alleati”.

Ciò che Report, nella puntata di ieri 26 maggio dice, è sconvolgente: la trasmissione è basata sul libro di Maurizio Galli “Il quinto scenario” che dà la responsabilità della strage di Ustica al Mossad e all’aereonautica israeliana. Chi sia effettivamente il colpevole materiale tra i due è un dato irrilevante rispetto alla disvelazione della catena di comando che inizia con Menachim Begin, in quegli anni primo ministro israeliano. Il movente viene individuato nella volontà di Israele di difendersi dalla corsa irachena, con il supporto francese, verso la costruzione di una base nucleare: bloccare il materiale nucleare prima che entrasse in Iraq diventa una preoccupazione di tutto lo Stato Maggiore Israeliano.

Le rivelazioni di Report vengono corroborate da testimonianze e dati tecnici insormontabili. Vanno ricordate le dichiarazioni di Victor Ostrovsky in “The other side of deception” in cui lui, agente del Mossad, in un colloquio con il suo superiore, recrimina i percorsi stragisti di Israele. Per tutta risposta il suo capo risponde che, mentre per la strage di Lockerbie ad esempio non c’era stata la mano israeliana, per l’aereo DC9 Itavia, che portava nella sua stiva uranio arricchito (con destinazione Iraq), la decisione fu di abbattere. Tutta la sequela di morti militari e tecnici, oltre alle 81 vittime dell’attentato, tutti coloro che hanno perso la vita in una serie di omicidi senza colpevole, ricordano lo certosina azione criminale delle agenzie atlantiste nel tacitare testimoni e persone che cercavano la verità. Muoiono soprattutto coloro che avevano visto gli aerei senza bandiera che, sotto copertura, si avvicinavano al punto dello scontro e colpivano, appunto, il DC9: oggi sappiano che erano aerei israeliani.

All’inizio degli anni Duemila scrissi al Giudice Priore chiedendogli di prendere in considerazione le dichiarazioni di Ostrovsky che non lasciavano dubbi su colpevoli e movente. Ciò non fu fatto perché il potere NATO non poteva permettersi l’uscita della verità sia per Ustica che per Bologna.

Dove Report si blocca è nell’ultima fase dell’inchiesta: cioè quella che riguarda l’effettivo obiettivo degli israeliani. Se tutti concordano con il fatto che Israele volesse abbattere l’aereo con l’uranio arricchito, Report sembra inoltrarsi in una versione un po’ particolare e dubbia: secondo Ranucci Israele voleva colpire un altro aereo e per errore colpì il DC9. A suffragare la totale insussistenza di questa ipotesi è la storia di un massone italiano, Pacini-Battaglia che crea nei giorni successivi alla strage una società, Mediterranean, insieme a un collega francese, con l’obiettivo di cercare, dove era caduto il velivolo italiano, le scatole che contenevano l’uranio arricchito. L’intromissione di elementi massonici, volti a lucrare sul business franco-iracheno ed al recupero di quel materiale di grande valore è l’elemento in più che consolida la Verità soprattutto nel suo aspetto di coinvolgimento anche di uomini italiani.

Se l’Italia fosse un Paese serio dovrebbe convocare immediatamente l’ambasciatore israeliano e rompere con Israele. Se la Magistratura fosse seria, dovrebbe immediatamente riaprire l’indagine su una strage compiuta non contro i nostri militari, ma contro il popolo italiano.

Purtroppo in questo momento il nostro Stato è pieno di spioni al soldo di differenti Paesi, incluso Israele e la Magistratura ha nel suo cervello un algoritmo corruttivo che non le permette di fare inchieste libere e arrivare quindi alla verità. Proprio a causa di questo algoritmo perderà tempo, declinerà rispetto al suo dovere e archivierà questo episodio come capitolo dell’Italia dei misteri. In realtà la strage di Ustica oggi ha un colpevole, un movente e come conseguenza l’Italia dovrebbe immediatamente lasciare la NATO, aprire un contenzioso giudiziario con un paese terrorista e genocida e iniziare un percorso di indipendenza vera, suggellata dal sangue di tanti innocenti che persero la vita quel giorno, il 27 giugno 1980.

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