di Luigi Cortese

Due eventi drammatici hanno nuovamente messo in luce i gravi e inaccettabili orrori dell’offensiva militare israeliana a Gaza. Mentre Tel Aviv li definisce “effetti collaterali”, molti osservatori internazionali, inclusi alcuni alleati di Israele, li considerano atti ingiustificabili. Domenica notte, un raid dell’aviazione israeliana contro due comandanti di Hamas a Tal al-Sultan, nel nord-ovest di Rafah, ha causato un devastante incendio tra le tende degli sfollati, provocando decine di vittime e immagini di corpi mutilati e carbonizzati. Benjamin Netanyahu ha cercato di minimizzare l’accaduto definendolo un “tragico incidente“. Poche ore dopo, una sparatoria tra militari israeliani e guardie di frontiera egiziane ha causato la morte di un soldato del Cairo, spingendo Tel Aviv a inviare una delegazione in Egitto per evitare ulteriori tensioni.

Nel rogo di Tal al-Sultan, secondo fonti palestinesi, sono morte 45 persone e almeno 15 cadaveri sono stati raccolti dagli operatori di Médecins sans frontières. Una delle immagini più cruente mostra un uomo che tiene tra le braccia un bambino mutilato. Secondo l’IDF, l’operazione mirava a eliminare i due capi islamisti Yassin Rabia e Khaled Nagar e forse una postazione balistica. Tuttavia l’incapacità di evitare vittime civili dimostra un totale disprezzo per la vita umana. L’azione israeliana si è rivelata sproporzionata e basata su una gestione delle informazioni di intelligence che ha fallito nel prevenire un massacro. Dopo la diffusione dei video dell’incendio, l’esercito israeliano ha ammesso un “grave” errore, ma l’inchiesta avviata dalla procuratrice militare Yifat Tomer Yerushalmi appare come un tentativo di lavare le proprie colpe.

Attualmente sono in corso 70 inchieste per “cattiva condotta” dei militari israeliani a Gaza, ma i dettagli restano oscuri, evidenziando una mancanza di trasparenza e responsabilità. La tragedia ha suscitato indignazione a livello mondiale. Il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso indignazione, mentre la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock ha definito “insopportabili” le immagini dei corpi carbonizzati, inclusi bambini. La Casa Bianca ha parlato di immagini strazianti e ha ribadito le sue “linee rosse” sull’offensiva a Rafah. Anche il coordinatore ONU per il processo di pace Tor Wennesland si è detto profondamente turbato. Il Consiglio UE, con l’Alto Rappresentante Josep Borrell, ha convocato una riunione per valutare il rispetto del trattato con Israele, che include vincoli umanitari.

Nonostante ciò, Netanyahu ha riconosciuto davanti alla Knesset che si è trattato di un “tragico incidente“, ma ha cinicamente dichiarato che l’offensiva continuerà fino al raggiungimento di tutti gli obiettivi. Hamas ha informato i mediatori del Qatar che, per ora, non tornerà a negoziare.

Oltre alla tragedia di Tal al-Sultan, si è verificato un incidente diplomatico con l’Egitto. Al valico di Rafah, un soldato egiziano è stato ucciso durante uno scontro a fuoco tra israeliani e fazioni palestinesi. Le guardie di frontiera egiziane avrebbero risposto all’attacco temendo sconfinamenti. Israele ha inviato una delegazione di 14 funzionari al Cairo per gestire la crisi, ma questi tentativi di riparazione non possono cancellare le gravi responsabilità di Tel Aviv nelle ripetute violazioni dei diritti umani a Gaza.

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