di Luigi Cortese

La premier Giorgia Meloni ha annunciato di aver congelato il redditometro, ma la realtà è diversa: il controllo incrociato dei dati dei contribuenti e l’uso dell’intelligenza artificiale per combattere l’evasione fiscale non si sono mai fermati. “Oggi le nostre 200 banche dati sono connesse. La loro interoperabilità è essenziale per la lotta all’evasione fiscale“, ha dichiarato il viceministro Maurizio Leo al Festival dell’Economia di Trento. Quello che Meloni definisce “Grande Fratello Fiscale” è una misura attiva e sostenuta dal suo governo.

Nonostante una serie di condoni fiscali, il governo ha lasciato in funzione le misure introdotte dai governi Conte e Draghi. Queste misure consentono di incrociare i dati dei contribuenti e usare l’intelligenza artificiale per individuare i potenziali evasori. Questa strategia è cruciale per rispettare gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) sulla riduzione dell’evasione fiscale.

Il governo ha continuato a sfruttare nuove tecnologie per monitorare i contribuenti, senza fare troppo rumore. Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, ha dato priorità all’uso delle nuove tecnologie e delle analisi dei dati per migliorare i controlli fiscali, utilizzando l’Archivio dei Rapporti Finanziari per incrociare dati come saldi e movimenti dei conti correnti con le dichiarazioni dei redditi.

L’analisi del rischio fiscale permette di prevedere la probabilità di evasione e di dare priorità ai controlli più promettenti. Questo è positivo per le casse dello Stato, ma impopolare tra chi vota per partiti che promettono di non disturbare chi lavora. Il viceministro Leo ha suggerito di controllare i social media per individuare i contribuenti che dichiarano poco ma mostrano uno stile di vita lussuoso. Tuttavia, questa proposta è stata bloccata dal garante della Privacy.

La sfida è bilanciare la retorica del “fisco amico” con la necessità di raccogliere più tasse. Sebbene ci siano strumenti efficaci, sono ancora poco utilizzati a causa dei limiti operativi e della volontà politica incerta. Dopo l’estate, il governo dovrà decidere se continuare con l’attuale ambiguità o abbracciare pienamente il “Grande Fratello Fiscale” per migliorare la raccolta delle tasse.

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