di Luigi Cortese 

Matteo Salvini ha deciso di rendere abitabili spazi che, fino ad oggi, erano considerati impropri per viverci. Parliamo di mansarde nel sottotetto, ex lavatoi, seminterrati e piccoli vani a piano terra con accesso diretto sulla strada. Spazi angusti, soffitti bassi e poca luce: queste sono le “mini case” che Salvini vuole trasformare in abitazioni regolari.

Il leader della Lega ha un obiettivo chiaro: aumentare il valore di mercato di questi micro immobili, spesso svalutati perché privi del certificato di abitabilità. Ma la questione non è solo economica. Salvini vuole rafforzare la sua immagine di “mister casa” del governo, puntando su un tema molto sentito in un momento di crisi dei mutui e caro-affitti.

La sua strategia prevede di adattare le norme alle esigenze del mercato. In un paese dove i single sono ormai più numerosi delle coppie con figli, la sanatoria sulle “mini case” si rivolge a una vasta platea di potenziali acquirenti e inquilini: single, professionisti, studenti e anziani. Sono loro che vivono o cercano questi spazi piccoli, spesso a basso costo, sia in centro città che in periferia.

Il decreto “Salva-casa”, appena pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, offre l’occasione perfetta. I parlamentari della Lega si preparano a presentare emendamenti che ridurranno i requisiti minimi per ottenere l’abitabilità: l’altezza minima, attualmente fissata a 2,70 metri (2,40 metri per corridoi, bagni e ripostigli), e la superficie minima, che ora è di 28 metri quadrati per un monolocale. Salvini considera queste norme “vetuste” e punta a superarle, citando l’esempio di paesi come Germania e Inghilterra, dove le altezze minime sono inferiori e non esistono limiti di superficie per l’abitabilità.

Il Consiglio nazionale degli ingegneri ha accolto positivamente questa iniziativa, a patto che si regolarizzino spazi come le mansarde e le camere per studenti con bagno e angolo cottura.

Tuttavia, non possiamo ignorare i rischi di una simile proposta. Rendere abitabili seminterrati e lavatoi potrebbe portare a condizioni di vita precarie, privando gli inquilini di spazi adeguati e sicuri. La corsa alla “micro casa” potrebbe trasformarsi in una trappola per chi è costretto a vivere in ambienti soffocanti e malsani.

È cruciale che questa iniziativa non diventi solo un modo per fare cassa, a scapito della qualità della vita dei cittadini. Salvini e il governo devono garantire che le nuove norme non compromettano la salute e il benessere delle persone, trasformando i seminterrati e i lavatoi in case dignitose e vivibili, e non in gabbie moderne.

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