di Luigi Cortese

Prato si è svegliata con un terremoto giudiziario che ha travolto il comandante dei carabinieri, il colonnello Sergio Turini. Nell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Firenze sembra emergere una rete di intrecci fatta di favori e pressioni, tutti avvolti da un’ombra inquietante: quella della massoneria.

In questo complesso intreccio, troviamo alcuni dei nomi più noti dell’imprenditoria locale, sia italiana che cinese. Tra gli arrestati spiccano l’imprenditore R. M. B., socio di maggioranza del Gruppo Colle, e R. M., titolare di un’agenzia di investigazioni a Torino. T., 55 anni, è accusato di corruzione, accesso abusivo a sistema informatico e peculato. Gli altri due arrestati sono stati posti agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione.

Le indagini hanno rivelato un sistema di favori in cui T. sarebbe stato il perno, sfruttando la sua posizione per compiere 99 accessi abusivi alla banca dati delle forze di polizia. M., considerato un socio occulto nell’agenzia di investigazioni, avrebbe beneficiato di questa connessione, ottenendo clienti in cambio di bottiglie di vino pregiato e altri favori.

M. B., presidente della sezione Sistema Moda di Confindustria Toscana nord, avrebbe finanziato un viaggio negli USA per il figlio di T. e garantito il suo appoggio per evitare il trasferimento del comandante. Qui entra in scena anche il sottosegretario agli Affari Esteri, G. S.. Pur non essendo indagato, sarebbe stato contattato affinché scrivesse una lettera per sostenere T. “Non sono indagato, sono solo informato sui fatti”, ha dichiarato il sottosegretario.

Un aspetto particolarmente inquietante dell’inchiesta riguarda il legame con la massoneria. M. B., descritto come “costante istigatore del T.” dal giudice, avrebbe fatto parte di circuiti “para massonici”. Le conversazioni intercettate parlano di “mantelline” e “cappucci”, simboli chiaramente associati alla massoneria, suggerendo che dietro i favori e le pressioni si celasse un’organizzazione ancora più oscura e potente.

Questa rete di corruzione non è solo un problema locale, ma getta un’ombra sinistra su pratiche che sembrano avere radici profonde e ramificazioni inaspettate. La massoneria, spesso percepita come un’élite intoccabile e riservata, emerge ancora una volta come un fattore determinante in scandali di corruzione e favoritismi. La giustizia dovrà fare luce su questi legami oscuri, sperando di svelare l’intera rete e restituire trasparenza e legalità alla città di Prato.

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