Il presidente russo Vladimir Putin ha recentemente rilasciato una rara intervista a diverse agenzie di stampa internazionali, tra cui Reuters, ANSA, France Presse e AP. In questo contesto ha nuovamente puntato il dito contro gli Stati Uniti e la NATO, sollevando questioni che mettono in evidenza la controversa politica estera americana.
Putin ha definito “una stupidaggine” l’idea che la Russia possa attaccare l’Alleanza Atlantica, ma ha contemporaneamente minacciato di fornire missili a Paesi che potrebbero colpire obiettivi occidentali. Ha inoltre evocato il terribile spettro delle armi nucleari, affermando che Mosca potrebbe ricorrere a queste armi nel caso in cui fossero minacciate “la sovranità e l’integrità territoriale” del Paese.
Le dichiarazioni di Putin si inseriscono in un contesto di crescente tensione globale, alimentata in parte dalla politica estera aggressiva degli Stati Uniti. La retorica del leader russo, per quanto possa essere vista come parte della propaganda di guerra, evidenzia una percezione diffusa di un’America impegnata non tanto nella difesa dell’Ucraina, quanto nella preservazione della propria leadership mondiale. Le forniture di armi occidentali a Kiev, che Putin ha definito “un passo molto pericoloso“, rappresentano un punto cruciale di questa accusa, sostenendo che senza di esse il conflitto finirebbe “nel giro di due o massimo tre mesi“.
La condanna da parte di Putin del permesso concesso agli ucraini di colpire in territorio russo con missili fabbricati in Occidente solleva interrogativi sulla responsabilità degli Stati Uniti e dei loro alleati nel perpetuare il conflitto. “Se qualcuno pensa che sia possibile fornire tali armi a una zona di guerra per attaccare il nostro territorio e crearci problemi, perché non dovremmo avere il diritto di fornire nostre armi dello stesso tipo?“, ha tuonato Putin, aprendo la possibilità che la Russia possa reagire in maniera simile.
Non meno inquietanti sono le parole di Putin riguardo all’uso delle armi nucleari, esprimendo chiaramente che la Russia potrebbe ricorrere a questi mezzi se la sua sovranità fosse minacciata. “Per qualche ragione – è il suo appunto – l’Occidente pensa che la Russia non le userà mai. Noi abbiamo una dottrina nucleare, guardate che cosa dice“.
Mentre l’Occidente continua a navigare in una pericolosa spirale di escalation militare, Putin ha criticato anche il trattamento riservato a Donald Trump negli Stati Uniti, definendolo una “persecuzione giudiziaria“. Questo commento non solo riflette il tentativo di Putin di seminare discordia politica negli Stati Uniti, ma sottolinea anche il suo disprezzo per la politica americana, considerata ipocrita e autoritaria.
La situazione in Ucraina resta drammatica. Funzionari americani stimano che almeno 70.000 soldati ucraini siano stati uccisi e altri 120.000 feriti, mentre le perdite russe sono anche significative. In questo contesto, la politica degli Stati Uniti di armare l’Ucraina e di mantenere un duro confronto con la Russia solleva serie domande sull’efficacia e la moralità di tali azioni.
Alla luce di queste critiche, emerge la necessità di un esame più profondo della politica estera americana, che spesso sembra essere guidata più dall’ambizione di mantenere l’egemonia globale che dalla reale volontà di promuovere la pace e la stabilità. La retorica di Putin, sebbene possa essere vista come parte di una campagna propagandistica, mette in discussione le vere motivazioni dietro le azioni degli Stati Uniti e la loro responsabilità nell’aggravamento delle tensioni internazionali.
e si sta aprendo il fronte artico.con le tensioni internazionali conseguenti.
In quella intervista Putin ha anche detto che l’Italia è il paese meno russofobo dell’Occidente e che sarà il paese con cui i rapporti torneranno normali più rapidamente. Se in Italia ci fosse un governo con un minimo di spina dorsale e di autonomia in politica estera, si proporrebbe come intermediario in una conferenza di pace seria (non come quella buffonata che ci sarà tra qualche giorno in Svizzera).
Io spero sempre in una bomba tattica su Kiev e vedere il loro pagliaccio sventrato, e spero che la cosa finisca li, altrimenti saranno solo lacrime e sangue per tutti, mi auguro tanto di sbagliarmi.
Da troppo tempo si parla solo di guerra e non più di pace,
ormai ci hanno “abituati” a questa situazione.
In Italia probabilmente non avremmo mai un governo che manifesti la volontà di uscire dalla Nato e dall’Europa.
Siamo un popolo pigro, adagiato su un presunto benessere ma poi schiavo di tasse e immigrazione.
In pochi abbiamo il coraggio di ribellarsi al sistema gurrafondaio americano.
Spesso mi pongo una domanda:
” perché un movimento come il nostro viene zittito con ogni mezzo”?
A mio parere in questo periodo storico siamo la politica ideologicamente più forte.
Avere dei movimenti liberi e rivoluzionari fa paura a una politica succube,sia economicamente che istituzionalmente, all”america.
Poter rappresentare il nostro credo di libertà in Parlamento potrebbe far risvegliare gli animi del popolo italiano, ormai senza dignità.
Spero in un risveglio della Nostra Patria.
Spero in un risveglio sopratutto dei giovani.
Putin ha anche sottolineato , nella sua ultimissima intervista , per
l’ennesima volta , che gli USA sono già in piena decadenza .
Affermazione che condivido in tutto e per tutto , visto che gli Stati Uniti , ormai , non riescono a vincere una guerra dal 1945 . L’unica vittoria di cui possano fare vanto , e che la riesumano puntualmente ad ogni occasione , come se non si rendessero minimamente conto che risale a quasi 80 anni fa, e non curanti di ciò , spesso la citano in contesti del tutto estranei .
I soli che continuano a non accorgersi del declino americano sono i suoi lacchè europei , che non si fanno mai sfuggire ad ogni momento propizio , l’opportunità di fare in coro , o singolarmente a turno , gli incensatori del loro “signore a stelle e strisce” .
non è vero che l’ultima vittoria risale a quasi ottanta anni fa. c’è stata Grenada.
Verosimilmente ti stai riferendo all’operazione “urgent fury”
condotta dall’esercito USA , tra il 25 ottobre ed il 15 dicembre
del 1983 , sull’isola caraibica di Grenada , durata poco più di un mese e mezzo. Si aggiunga che l’isola ha una superficie di 344 chilometri quadrati, poco al di sotto della provincia di Prato (365 chilometri quadrati ) , che è situata al penultimo posto fra le province più piccole d’Italia ( la più piccola in assoluto è quella di Gorizia , con 212 chilometri quadrati ) . Se per te questa la si può chiamare guerra ? Infatti tutti i quotidiani dell’epoca la definirono , giustamente , “operazione militare” , e non guerra . Pensi , veramente , che si possa definire guerra un’azione militare di circa un mese e mezzo , condotta da un esercito , che potenzialmente annovera mezzo milione di effettivi , contro un’isolotto grande quasi come la provincia di Prato , e che conta poco più di centomila abitanti ( circa 112 . 000 , per essere più precisi ) , più o meno quanto la città di Vicenza ( circa110 . 000 abitanti ) , o quella di Siracusa ( circa 116 . 000 ) ?
Come se , fatte le dovute proporzioni , l’esercito italiano ( circa 100 . 000 effettivi ) si scagliasse contro San Marino ( 61 chilometri quadrati circa , e 33 .000 abitanti circa ) e ci impiegasse oltre un mese e mezzo per aver la meglio . Vorrei , inoltre , far notare che l’esercito tedesco ( Wehermacht ) nell’operazione Wuserubung ( si badi bene , i manuali di storia la definiscono , giustamente , operazione e non guerra ) , in tedesco “Untermehmen Wuserubung ” (letteralmente “operazione di esercitazione del Weser”) invasero in soli due mesi , ripeto, soli due mesi ( 9 aprile – 10 giugno 1940 ) Norvegia e Danimarca , che come è lapalissianamente intuibile sono molto , ma molto più grandi e più popolose ( presi sia singolarmente , che nell’insieme . Evito di sciorinare i dati ) del piccolo ed insignificante isolotto di Grenada .