di Roberto Fiore

La nostra lettura dei risultati delle recenti elezioni europee non rispecchia sicuramente quella dei grandi media. È evidente infatti che il segnale più importante viene dato dalla bassa percentuale di italiani che vanno a votare, appena sopra il 48%; una crescente fetta del nostro popolo non ha più interesse per le elezioni in generale, non riconosce il Parlamento Europeo come suo e anzi soffre per le continue distorsioni della politica e dell’economia che fanno del nostro continente, in prospettiva, il più debole e vecchio insieme di paesi della terra.

Uno strumento, la UE, che non vuole e non può rinnovarsi; Forza Nuova, che poteva recepire il vento fortemente contrario alla sinistra e allo stesso tempo la simpatia dei milioni che si opposero al Green Pass, è stata estromessa grazie ad un emendamento fraudolento dell’ultimo minuto, perché il Parlamento di Bruxelles è divenuto un circolo vietato agli estranei e i cui partecipanti sono solo partiti e leader che hanno l’imprimatur dei servizi segreti o dei grandi potentati capitalistici o farmaceutici; tutto sotto l’ala americana.

Certamente vi è stato un forte spostamento verso posizioni identitarie e nazionali, ma questo spostamento, visibile attraverso tutta l’Europa, non corrisponde all’effettiva gestione del potere in tal senso.

Ricordiamoci che la Meloni, considerata l’epigono di questo grande spostamento, ha sostanzialmente permesso l’aumento dell’immigrazione e messo in moto i meccanismi di una guerra che è certamente voluta dai potentati americani e dalle peggiori segreterie di Stato sioniste e guerrafondaie.

Sono da osservare lo spostamento di voti importanti verso l’AFD o l’FPO, in Germania e Austria, ma anche verso la Le Pen in Francia che, nonostante le assurde posizioni anticristiane e antinazionali prese negli ultimi tempi, nell’immaginario collettivo rappresenta la Nazione e lo Stato contro la dissoluzione dello stesso e la guerra, rappresentati da Macron.

Certamente da notare sono l’oltre mezzo milione di voti presi da Vannacci, voti che non sono obiettivamente riconducibili al centrodestra anche se sono stati utilizzati dalla Lega per evitare lo sprofondamento di se stessa; il generale dovrà decidere se continuare la carriera politica nella Lega e nel sistema o rappresentare il “militare del popolo”, che preferisce sbattere la porta e dire no piuttosto che obbedir tacendo. Certamente importante il successo dei patrioti ungheresi che prendono il 7 per cento, ed il fenomeno di Alvise in Spagna che fa volare la sua formazione oltre il 4 per cento.

La cosiddetta “estrema destra europea” non potrà cambiare le cose perché infetta essa stessa da un liberalismo ed americanismo malato e perdente: da loro nessuna speranza.

Solo il messaggio rivoluzionario, che non poteva e doveva emergere in queste elezioni grazie alla repressione militare e burocratica degli ultimi anni, può vincere, ed i risultati locali che Heimat in Germania e Forza Nuova in Italia hanno raccolto sono un piccolo segnale dell’inizio dell’ultimo capitolo della Tragedia e della Rinascita della nostra Europa.

Share via
Copy link
Powered by Social Snap