di Vincenzo Maida

Le elezioni europee in Italia, che si sono svolte tra sabato 8 e domenica 9 giugno 2024 con il sistema proporzionale, hanno fatto registrare un ulteriore calo di elettori.

Nel 2019 aveva votato a malapena il 54% del corpo elettorale, ora siamo scesi sotto la soglia del 50%. Se andiamo a spulciare i dati del passato, possiamo verificare come vi è stato un progressivo calo dell’affluenza: nel 1979, le prime votazioni per le europee, si recò alle urne l’86% degli aventi diritto, nel 1984 l’62,47%, nel 1989 l’81,07%,nel 1974 il 73,60%, nel 1999 il 69.73%, nel 2004 il 71,72%, nel 2009 il 65,5%, nel 2014 il 57,22%. La responsabilità di questo calo non è degli elettori, ma di chi non li ha saputo coinvolgere e non ha fatto comprendere l’importanza di una istituzione che è apparsa da un lato incompleta e soggiogata da una potenza imperialista straniera, gli Stati Uniti, e dall’altro vessatoria per inseguire miraggi ideologici, come quello del cambiamento climatico, sconnessi dalla realtà.

Con la crisi del regime comunista nell’ex-Unione Sovietica, il numero delle nazioni aderenti alla U.E. è aumentato, ma il progetto di una unione europea con una vera politica internazionale e’ rimasto monco. I parlamentari europei sono sempre apparsi distanti dagli elettori e quasi indifferenti, per non dire coinvolti in interessi opposti a quelli del popolo, rispetto alle scelte che venivano compiute. Basti pensare alle recenti proteste del mondo agricolo nostrano. La guerra tra la Russia e l’Ucraina e tra Israele e Palestinesi, ha poi rivelato l’impotenza a livello internazionale dell’Unione Europea e ci fatto comprendere come gli indubbi decenni di pace che l’Europa ha vissuto dalla II Guerra Mondiale ad oggi, siano da addebitare di più all’equilibrio raggiunto con la “guerra fredda” tra USA e URSS, che non ad un’autonoma capacità di costruire un destino comune.

Gli ultimi sondaggi politici Ipsos hanno evidenziato che vi è richiesta di un’Europa che sia più orientata alle politiche sociali, l’inflazione è la prima preoccupazione con l’aumento dei prezzi e del costo della vita. Al primo posto per molti elettori vi è la lotta alla disoccupazione e subito dopo all’ immigrazione clandestina. Il recente risultato elettorale con la metà scarsa del corpo elettorale, ha consolidato le forze di governo e premiato il PD, grazie soprattutto agli ex Sindaci candidati e alla sua opposizione che dai cosiddetti diritti civili si e’ spostata su temi più concreti, come la Sanità etc.etc.
Premiata anche la Sinistra estrema con alcune candidature tardo radical-pannelliane: Ilaria Salis e Mimmo Lucano. La Lega e Salvini si sono salvati con la candidatura del gen. Vannacci che con circa 500.000 voti ha fatto salire di un due per cento i consensi. Azione di Calenda e Stati Uniti d’Europa pagano il prezzo di non aver aperto le liste a personaggi mediaticamente simbolici e rimarranno fuori dal Parlamento Europeo. Gli stessi motivi potrebbero spiegare in parte il crollo dei 5 Stelle.

Il quadro politico e la raccolta del consenso cambiano ormai rapidamente e non è azzardato affermare che dall’autunno, quando molti modi economici verranno al pettine, potrebbero essere messi in discussione gli equilibri usciti ora dalle urne.

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