di Luigi Cortese

In Italia, la corsa alle poltrone politiche sembra una partita senza fine. Come i campioni di tennis Novak Djokovic e Carlos Alcaraz si sfidano per i trofei, Giuliano Amato e Salvatore Nastasi competono per accumulare incarichi. Amato ne ha collezionati 50, mentre il giovane Nastasi, neo presidente della Festa del Cinema di Roma, è fermo a 21. Ma il futuro promette una gara serrata.

Nastasi inizia la sua scalata nel 2000, a 27 anni, come funzionario del Ministero dei Beni Culturali. In pochi anni passa da vice capo dell’ufficio legislativo a dirigente di prima fascia, e nel 2015 Matteo Renzi lo nomina vice segretario generale della Presidenza del Consiglio. Torna poi al Ministero dei Beni Culturali come segretario generale e, infine, diventa Responsabile della prevenzione della corruzione.

Ma se si parla di incarichi di governo, Amato non ha rivali: due volte premier, vicepremier, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, quattro volte ministro. E poi capo dell’ufficio legislativo al Ministero del Bilancio, consulente a Palazzo Chigi e cinque legislature in Parlamento.

Nastasi ha fatto la sua fortuna soprattutto nel campo della cultura. Nel 2003 entra nel Cda della Fondazione Petruzzelli e diventa commissario straordinario del Maggio Musicale Fiorentino e del Teatro San Carlo di Napoli. Nel 2016 viene nominato presidente dell’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico e coordina l’organizzazione di Matera Capitale della Cultura. Diventa anche presidente della Siae.

Amato non è da meno, con incarichi accademici di prestigio. Presidente della Treccani, della Scuola Sant’Anna di Pisa e dell’Associazione Amici della Normale. È stato docente all’Istituto universitario europeo di Firenze e dirige ancora oggi la rivista Mercato Concorrenza Regole.

Nastasi ha dimostrato grande versatilità. Nel 2015 diventa commissario straordinario per la bonifica e rigenerazione urbana di Bagnoli-Caroglio. Sicuramente il futuro gli riserverà altre sfide simili. Tuttavia, l’eclettismo di Amato è ancora imbattuto. Oltre ai noti incarichi come presidente dell’Antitrust e giudice costituzionale, ha avuto ruoli in numerose commissioni internazionali e comitati per la democrazia europea.

Il Partito Democratico lo inserisce nel Comitato nazionale nel 2007. Gianni Alemanno lo chiama a guidare la Commissione per lo sviluppo di Roma Capitale nel 2008. Anche le banche lo vogliono: prima Deutsche Bank, poi Unicredit.

Amato celebra anche anniversari importanti: dal Comitato per il 150º anniversario dell’Unità d’Italia alla presidenza onoraria della Fondazione Camillo Prampolini. È coinvolto nello sport come Garante del codice di comportamento sportivo del Coni e presidente onorario del Circolo Tennis Orbetello.

La corsa alle poltrone di Giuliano Amato e Salvatore Nastasi evidenzia un problema tutto italiano. La proliferazione di incarichi e nomine politiche solleva dubbi sulla trasparenza e sull’efficacia del nostro sistema. Serve una riflessione seria per evitare che la caccia alle poltrone prevalga sugli interessi del Paese.

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