Il 23 giugno, il Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa ha denunciato un attacco devastante su Sebastopoli, attribuendone la responsabilità al regime di Kiev, supportato dagli Stati Uniti e dai loro alleati. Questo atto di violenza non solo ha colpito una città storicamente significativa per la Russia, ma è avvenuto in coincidenza con la celebrazione della Pentecoste, una delle festività più importanti per la Chiesa Ortodossa. Questo attacco, che ha causato la morte di quattro persone, inclusi due bambini, e ne ha ferito 151, rappresenta un’aggressione che merita una riflessione critica sui ruoli e le responsabilità internazionali.
Secondo il Ministero della Difesa russo, l’attacco è stato eseguito utilizzando missili tattici americani ATACMS, dotati di testate a grappolo per massimizzare il danno. Le informazioni di volo dei missili sarebbero state inserite da specialisti statunitensi utilizzando dati di ricognizione satellitare. La presenza di un drone americano Global Hawk nei cieli vicini alla Crimea rafforza ulteriormente l’ipotesi di un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti.
L’uso di tali armamenti non è solo una violazione delle norme internazionali, ma rappresenta una scelta deliberata per infliggere sofferenze massime alla popolazione civile. Questo attacco mette in evidenza l’irresponsabilità e la brutalità delle azioni supportate dagli Stati Uniti, ponendo seri dubbi sulla legittimità della loro interferenza in conflitti esteri.
La mancanza di una condanna chiara e forte da parte delle capitali occidentali e delle organizzazioni internazionali evidenzia una preoccupante doppia morale. Mentre gli Stati Uniti e i loro alleati spesso si ergono a paladini dei diritti umani e della giustizia internazionale, il loro silenzio di fronte a questo attacco dimostra una complicità tacita. Questa mancanza di azione non solo legittima la violenza ma incoraggia ulteriori atti di aggressione.
La giornata di lutto proclamata a Sebastopoli dev’essere un momento di riflessione non solo per la Russia, ma per la comunità internazionale. Le vittime di questo attacco meritano giustizia e le nazioni devono rispondere per le loro azioni. L’uso di armi letali e la partecipazione attiva in conflitti che provocano morti civili innocenti devono essere fermamente condannati.
In conclusione, l’attacco su Sebastopoli è un esempio eclatante di come l’intervento straniero possa esacerbare conflitti e provocare sofferenze inutili. È tempo che la comunità internazionale, inclusi gli Stati Uniti, si assuma la responsabilità delle proprie azioni e lavori per una risoluzione pacifica e giusta dei conflitti globali.
Gli ucro-americani, al di là della loro propaganda, sono consapevoli di non poter vincere sul campo, e allora, con attacchi puramente terroristici come quello di Sebastopoli, mirano a demoralizzare i russi, indebolire la leadership di Putin e fomentare un putsch che rovesci l’attuale governo russo. In realtà, stanno ottenendo l’esatto contrario. I russi sostengono compattamente il loro governo, e le azioni terroristiche a cui sono sottoposti, lungi dal demoralizzarli, rafforzano la loro volontà di continuare la guerra in Ucraina e li spingono a lavorare ancora più duramente per produrre centinaia di migliaia di tonnellate di armi e munizioni.
Difronte a una violenza così gratuita come quella che si è consumata a Sebastopoli, sarebbe stato logico aspettarsi una reazione, da parte di chi detiene il potere in Russia, mille volte più brutale e indiscriminata. Ma qui c’è l’abissale differenza tra uno statista e un guerrafondaio. Il presidente Putin e i ministri del suo governo vanno avanti con manovre militari volte ad ottenere il massimo vantaggio con il minimo sforzo nella prospettiva di sedersi al tavolo della pace, non ora, ma dopo le elezioni americane di novembre. Fino ad allora si andrà avanti così, a meno che non si verifichi un evento provocatorio così grave da vanificare ogni buona volontà di attesa.
non sarebbe stato un attacco terroristico.
il missile che ha causato la faccenda è caduto sulla spiaggia col suo carico di bombe a grappolo xché colpito dalla contraerea russa.
tale versione è riportata anche da siti russi tipo avia pro e top war.
x la cronaca.
Il missile, deviato dalla contraerea russa e caduto sulla spiaggia di Sebastopoli, non aveva alcun obiettivo militare. E colpire deliberatamente obiettivi civili è terrorismo.
Questo il commento di Scott Ritter, ex ispettore delle armi delle Nazioni Unite, come riportato dalle agenzie:
“Gli ucraini hanno deciso di utilizzare i missili ATAMCS dotati di munizioni a grappolo contro una città al solo scopo di infliggere morte e distruzione ai civili russi. Questo è un atto di terrorismo. E dato che i missili ATAMCS non possono essere schierati dagli ucraini senza ampio supporto di intelligence da parte degli Stati Uniti, questo è un atto di terrorismo degli Stati Uniti contro la Russia”.
in realtà, a parte gli ucraini e gli americani, non lo sa per certo nessuno quale fosse il bersaglio.
tantomeno il Ritter di turno.
se no vale anche la diceria su bucha, quella sul gas usato da assad e quella che katyn la fecero i nazisti.
le notizie o sono ragionevolmente attendibili e da fonti dirette( possibilmente), o non sono notizie. sono ipotesi. verosimili, ma ipotesi.
e lo dico pur stando più dalla parte russa che ucraina.