di Luigi Cortese

In seguito alla controversia che ha coinvolto Ilaria Salis, anche Nicola Fratoianni si trova nel mirino per questioni legate all’occupazione abusiva di immobili. L’INPS ha presentato una richiesta di risarcimento di ben 73.187 euro contro Sinistra Italiana, accusando il partito di aver illegalmente occupato una sede di proprietà dell’istituto.

Questa rivelazione getta nuova luce sulla strenua difesa di Fratoianni nei confronti di Salis, accusata di occupazione abusiva di una casa popolare dell’Aler. Il leader di Sinistra Italiana sembra condividere con Salis più di una semplice affinità politica: entrambi sono coinvolti in situazioni simili di abuso edilizio.

Le accuse mosse a Sinistra Italiana emergono chiaramente dal bilancio 2023 del partito, pubblicato sul sito ufficiale. Tra le passività figura infatti l’importo di 73.187 euro, corrispondente al contenzioso avviato dall’INPS per l’occupazione non autorizzata di un immobile da parte di un circolo territoriale del partito. Questa occupazione risalirebbe al 2016, quando il partito era ancora noto come Sel e Fratoianni ne era già coordinatore nazionale. Con la trasformazione di Sel in Sinistra Italiana nel 2018, il nuovo partito ha ereditato tutte le questioni economiche e legali del predecessore, inclusa questa controversia immobiliare.

Ma non è tutto: il bilancio rivela anche multe per un totale di 26.864 euro, inflitte per affissione abusiva di manifesti di propaganda politica. Questi episodi dipingono un quadro poco lusinghiero della gestione di Fratoianni e del suo partito, sollevando seri dubbi sulla loro legalità e trasparenza.

Queste rivelazioni mettono in discussione l’integrità morale e politica di Fratoianni e dei vertici di Sinistra Italiana. Come possono difendere le istanze dei cittadini e lottare per la giustizia sociale, se essi stessi sono implicati in pratiche abusive e illegali? Questo scandalo rischia di minare ulteriormente la fiducia degli elettori nei confronti di una classe politica già percepita come distante e corrotta.

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