di Luigi Cortese

In Italia, se hai un grave bisogno di assistenza, preparati a una lunga attesa: potresti morire prima che venga istituita la commissione necessaria per definirne i criteri. Il decreto per crearla è scaduto il 6 giugno, insieme a quelli per i percorsi di recupero dei violenti contro le donne e per la tutela del “vero biologico”. Nemmeno il governo Meloni riesce a far funzionare la macchina politica: dal suo insediamento ha emesso 672 decreti attuativi, ma solo 231 sono stati approvati, 351 sono ancora in attesa e 107 sono già scaduti, bloccando 1,5 miliardi di euro di fondi pubblici.

In quasi 619 giorni, di cui 442 lavorativi, i decreti scaduti hanno congelato l’efficacia di molte misure e dei relativi fondi, programmati per più annualità. Gli annunci di “buon governo” del governo di centro destra si rivelano solo fumo negli occhi, mentre il Dipartimento per l’attuazione del programma di governo monitora solo i decreti approvati, da approvare e quelli “non scaduti”. I 107 decreti scaduti riguardano molte aree: salute, infrastrutture, fisco, emergenze.

L’ultimo episodio riguarda l’istruzione: ieri è scaduto il decreto del ministero delle Politiche Sociali che doveva definire il profilo dei docenti di sostegno per gli alunni con disabilità, una brutta notizia per molte famiglie. In Italia mancano 30 mila insegnanti di sostegno, ma l’agenda di governo enfatizza solo gli interventi riusciti, ignorando quelli falliti.

Anche i decreti considerati fondamentali dal programma “sovranista” finiscono su binari morti. Il ministero dell’Agricoltura, guidato da Francesco Lollobrigida, doveva emanare misure per il controllo della produzione biologica richieste dall’Europa dal 2018. Il decreto del 6 ottobre 2023 non è stato seguito dai decreti attuativi necessari, e tutto è decaduto. Il ministero delle Infrastrutture, sotto la guida di Salvini, non è riuscito a individuare le opere “ad alto rendimento” entro il termine del 30 giugno 2023, bloccando 100 milioni di euro destinati a questo scopo. Un altro decreto scaduto due mesi prima riguarda il potenziamento della SS4 Salaria, intervento atteso da 20 anni.

Il PNRR, che dovrebbe essere un rapido tra Roma e Bruxelles, soffre di ritardi significativi. Il 7 giugno scorso sono scaduti i termini per il decreto che doveva dare 90 milioni di euro a sostegno delle imprese e del lavoro. Anche il secondo decreto, del valore di 700 milioni, rischia di non arrivare a destinazione entro il 2025.

Sul fronte giustizia, il decreto per la rieducazione degli autori di violenze domestiche è scaduto il 10 giugno, nonostante fosse stato approvato il 24 novembre 2023. Anche la sanità soffre di decreti scaduti: otto in totale, l’ultimo dei quali riguardava le linee guida per i servizi medici infermieristici in caso di emergenza e urgenza, scaduto la settimana scorsa. Il decreto per il potenziamento dei test di sequenziamento delle malattie rare è scaduto il primo marzo.

Mentre i decreti scadono, i cittadini aspettano invano lungo i binari. A Casamicciola Terme, i fondi previsti per le calamità sono ancora bloccati al ministero degli Interni, perché il decreto per le modalità di riparto è scaduto il 31 marzo. Nel frattempo, la comunità ha inaugurato un parco giochi con fondi raccolti dal volontariato locale, dimostrando che l’Italia può contare solo su se stessa.

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