di Gloria Callarelli
Quanto ci piace fare i “complottisti” che (quasi sempre) ci azzeccano. E facciamo allora un po’ di complottismo anche dietro il tentato omicidio a Donald Trump dei giorni scorsi, le cui coincidenze ci portano ad un vero e proprio thriller.
E’ curioso come il nome di alcune entità legate ai potentati economici globalisti e politicamente al gruppo Brookings Institute (definito di sinistra o liberal centrista) o al Council on Foreign Relation, il think thank statunitense che dai tempi della Prima Guerra Mondiale si occupa di delineare le strategie governative in tema di politica estera, spunti anche in quest’occasione.
Innanzitutto emerge come, stranamente, alcune ore prima che avvenisse l’attentato a Trump l’Austin Private Wealth, società di consulenza indipendente con sede in Texas, a pagamento, che ha tra i vari partner l’università di Austin, una scuola cattolica e altre entità di ricerca medica (tra cui la fondazione di Michael J Fox) ma anche una serie di entità con caratteristiche comuni ben precise come l’Austin Jewish Academy, il Jewish Community Center, il Camp Jung Judaea, Shalom Austin, Congregation Beth Israel, abbia messo in vendita 12 milioni di azioni di Donald Trump. Appena tre giorni dopo, invece, la stessa società corre ai ripari. Sulla sua pagina internet, leggiamo:
La documentazione presentata alla SEC che dimostrava che Austin Private Wealth aveva venduto allo scoperto un gran numero di azioni di Trump Media & Technology Group Corp (DJT) era errata e l’abbiamo immediatamente modificata non appena siamo venuti a conoscenza dell’errore. Nessun cliente di APW detiene, o ha mai detenuto, un put su DJT nella quantità inizialmente segnalata. L’importo corretto di holding era di 12 contratti, o 1.200 azioni, non 12 milioni di azioni, come è stato archiviato per errore. Nell’inviare il report richiesto per il secondo trimestre del 2024, un fornitore terzo ha applicato un moltiplicatore che ha aumentato il numero di azioni di un multiplo di 10.000 per tutti i contratti di opzioni (non solo DJT). Non abbiamo individuato l’errore prima di approvare l’archiviazione. Abbiamo depositato il rapporto il 12 luglio per riflettere le nostre posizioni del 28 giugno. Lo abbiamo modificato il 16 luglio. Ci rammarichiamo profondamente di questo errore e della preoccupazione che ha causato, soprattutto in un momento così teso per la nostra nazione. Ci impegniamo per la piena trasparenza e per mantenere la fiducia dei nostri clienti. Pertanto, stiamo rivedendo le nostre procedure interne e i nostri processi con il fornitore terzo che ci aiuta con le dichiarazioni SEC per comprendere meglio come ciò sia accaduto ed evitare che problemi simili si ripetano in futuro.
Sentite anche voi questo rumore? E’ come se qualcuno si stesse arrampicando disperatamente sugli specchi.
Detto questo la cosa ancora più interessante, però, riportata da Infowars, è tutto quanto gira attorno al luogo fisico dove è avvenuto il tentato assassinio di Trump: abbiamo accennato al black out dei servizi segreti, immobili nei minuti salienti dell’attentato, ma ci mancava qualche, interessante, particolare. L’edificio nel quale ha agito indisturbato l’attentatore Crooks pare sia di proprietà della società AGR International Inc, fagocitata da Indicor, azienda di alta ingegnerizzazione a sua volta agganciata alla CD&R, vicini ai potentati alla Blackrock, ed in particolare al fondatore Rice che, guarda un po’, è anch’egli parte dell’elite del Council Foreign Relation e del Brooking Institute, gruppo di influenza politico-sociale famosissimo negli States e finanziato tra gli altri, guarda un po’ pure qui, dalla Bill e Melinda Gates foundation; con lui nelle stesse organizzazioni il marito di Victoria Nuland, Sottosegretario di Stato per gli affari politici e vicesegretario di Stato nell’amministrazione Biden, una che parlò apertamente di guerra asimmetrica solo pochi mesi fa. Il marito, tal Robert Kagan, è giornalista di origine ebrea, particolare che condivide con la Nuland, ed è appunto all’interno dei due think thank. Già consigliere repubblicano, con l’avvento di Trump cambiò bandiera e ne divenne un acerrimo detrattore tanto da paragonarlo a Hitler e da scrivere un accorato articolo contro la sua pericolosissima ascesa allo scranno presidenziale, nel quale si chiedeva come poterlo fermare: “Se pensassimo che ci fosse una probabilità del 50 percento che un asteroide si schianti sul Nord America tra un anno, saremmo contenti di sperare che non accada? O prenderemmo ogni misura concepibile per cercare di fermarlo, comprese molte cose che potrebbero non funzionare ma che, data la portata della crisi, devono essere comunque tentate?” scriveva sul Washington Post paragonando Trump, appunto, al pericoloso asteroide.
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E così, mentre il nostro si lamenta di Trump e dell’inesistente espansionismo russo, gli Usa sotto i democratici continuano a seminare guerre, odio, fino ad arrivare, con quella ostinata e per procura del 2022 in Ucraina, a sfiorare, loro si, la terza guerra mondiale. Ma tant’è: il dittatore in arrivo è Trump. E va combattuto. Con ogni mezzo? Comunque la stessa moglie, con la quale immaginiamo le serate strappafegato davanti alla tv durante i comizi di Trump, in un video recente ha commentato: “Non credo che Donald Trump diventerà presidente. Quindi, se è questo che Putin sta scommettendo, avrà una brutta sorpresa”.
Altra coincidenza dopo la contemporanea gaffe di Biden che diceva di mettere Trump nel mirino; decisamente un linguaggio troppo eccessivo per questi democratici, considerata anche la disinvoltura nel lasciarsi andare a “profetiche” esternazioni. La stessa sicurezza la Nuland la ebbe nel parlare del Nord Stream 2, gasdotto la cui fine, oggi, è piuttosto nota (Vedi i video).
Inquietante no?
Non è la prima volta che negli USA un grave attentato sia “stranamente” preceduto da anomale speculazioni finanziarie. E’ accaduta la stessa cosa con gli attentati dell’11 settembre 2001.
Nei giorni immediatamente precedenti, i titoli delle compagnie aeree United Airlines e American Airlines, i cui voli sono stati coinvolti negli attentati alle Twin Towers e al Pentagono, sono stati oggetto di forti speculazioni al ribasso. Per quanto riguarda la United Airlines, tra il 6-7 settembre, alla Borsa di Chicago, furono comprate 396 opzioni “call” (scommesse al rialzo), come in una normale giornata di contrattazioni, ma le opzioni “put” (scommesse al ribasso) furono ben 4.744, il 600% superiore alla media di una giornata-tipo! Un’anomalia inspiegabile… per chi non è “complottista”. Stesso discorso per l’American Airlines: il 10 settembre (il giorno prima degli attentati), sempre a Chicago, qualcuno comprò 4.516 opzioni “put” contro 748 opzioni “call”. Per chi non ha il prosciutto sugli occhi, è evidente che gli autori di queste operazioni conoscevano con precisione quel che sarebbe accaduto alle due compagnie; si calcola che il guadagno di questi speculatori “preveggenti” sia stato di 9-10 milioni di dollari.
sempre ottimi articoli da parte di Gloria.
ma che il pericolo per la democrazia usa fosse in alcuni potentati economici lo aveva già detto anche eisenhower richiamando il pericolo insito in un complesso militar/industriale ( che poi diventa anche finanziario specialmente dopo l’abolizione del glass steagal act).
senza fermare questo o ridurlo nel suo potere espansivo,ora che persino il Papa supporta il capitalismo inclusivo della portavoce baronessa Rotschild , a parte una guerra civile( ricordo che lì le persone armate sono tantissime), si può sperare solo nell’eterogenesi dei fini di vichiana memoria .