di Maria Federico

Nelle ultime settimane, la cronaca nera di Milano si è fatta sempre più densa di episodi di violenza e criminalità. Una città che un tempo era simbolo di innovazione e progresso, oggi sembra essere diventata un campo di battaglia in cui la sicurezza è ormai un miraggio. Milano, un tempo faro di civiltà, è oggi sinonimo di paura e pericolo.

La brutalità degli eventi accaduti è sconvolgente: due anziani picchiati e rapinati nel loro stesso androne, due donne molestate sessualmente per strada a pochi minuti l’una dall’altra, un trentenne accerchiato e accoltellato da tre sconosciuti, una ragazzina e il suo fidanzato aggrediti e feriti al volto, una settantenne scippata con violenza sul marciapiede e una giovane trascinata fuori dall’auto e derubata da tre uomini. Tutto questo in soli due giorni. E questi sono solo i reati che hanno trovato spazio nelle cronache; chissà quanti altri restano nell’ombra, relegati al silenzio.

Secondo i dati del Ministero dell’Interno, Milano è da sette anni consecutivi la città con il maggior numero di reati denunciati in Italia. In soli due anni, le rapine sono aumentate del 64% e gli scippi del 50%. Un dato preoccupante riguarda l’origine degli aggressori: quattro rapine su cinque per strada sono commesse da stranieri, una percentuale che sale al 96% per i furti con strappo. Si tratta spesso di persone irregolari e senza fissa dimora.

Questi numeri rivelano una realtà che non può più essere ignorata o sminuita come semplice percezione. La crescente insicurezza nelle nostre città è un problema reale e tangibile. Tuttavia, la risposta dello Stato sembra essere dettata da un perbenismo ipocrita che ci obbliga ad accogliere indiscriminatamente chiunque varchi i nostri confini, per paura di essere etichettati come razzisti e intolleranti.

Il risultato è che la nostra cultura, le nostre origini e la nostra stessa vita vengono messe in pericolo. Siamo costretti a tollerare situazioni che mai avremmo immaginato, tutto in nome di una presunta superiorità morale che ci fa appartenere al club dei “radical chic”. Questi, al sicuro nei loro quartieri privilegiati, non devono fare i conti con la realtà quotidiana di chi vive in una città sempre più simile a un Bronx moderno.

E questa non è solo la storia di Milano. La stessa situazione si rispecchia in molte altre città italiane. Da Nord a Sud, l’Italia sta affrontando un’ondata di criminalità che sembra inarrestabile. Le strade delle nostre città sono diventate terreno fertile per violenza e illegalità, con cittadini onesti costretti a vivere nel terrore.

È tempo che lo Stato riconosca questa emergenza e intervenga con decisione. Non possiamo più permettere che la nostra nazione venga travolta dall’anarchia e dal disordine. Dobbiamo ritrovare la sicurezza perduta e ristabilire il rispetto delle leggi. Solo così potremo sperare di vivere in un’Italia che non sia più il nuovo Bronx, ma un paese sicuro e giusto per tutti i suoi cittadini.

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