La politica estera dell’Italia sotto il governo di Giorgia Meloni sembra essere sempre più caratterizzata da un preoccupante isolamento e da un servilismo verso potenze straniere, che rischia di compromettere seriamente gli interessi nazionali e la credibilità del nostro paese sulla scena internazionale.
Un esempio lampante di questa deriva è l’accettazione acritica dell’aumento delle spese militari fino al 2% del PIL, obiettivo imposto dai vertici della NATO. Sebbene Meloni abbia cercato di giustificare questa decisione come un impegno ereditato dai governi precedenti, la sua adesione incondizionata alle richieste di Washington rivela una mancanza di autonomia e di visione strategica. In un momento in cui l’Italia affronta sfide economiche e sociali interne significative, destinare risorse preziose al riarmo rappresenta una scelta miope e dannosa.
La posizione della Meloni sulla guerra in Ucraina è altrettanto discutibile. Continuare a sostenere in modo incondizionato Kiev e negare la possibilità di una vittoria russa come “fake news” non solo riflette un allineamento acritico con la propaganda occidentale, ma ignora anche le complesse dinamiche geopolitiche in gioco. Questa postura non fa altro che alimentare un conflitto devastante, invece di promuovere soluzioni diplomatiche e negoziate.
La recente nomina di Javier Colomina come inviato speciale della NATO per il Mediterraneo, a scapito dell’Italia, è un ulteriore affronto che evidenzia l’incapacità del governo Meloni di far valere le proprie prerogative all’interno dell’Alleanza Atlantica. La speranza che il successore di Jens Stoltenberg, l’olandese Mark Rutte, possa cambiare questa decisione appare come un’illusione debole, sottolineando ulteriormente l’isolamento del nostro paese nelle dinamiche decisionali della NATO.
Sul fronte del Medio Oriente, la politica della Meloni nei confronti di Israele e Palestina è ugualmente preoccupante. L’appoggio incondizionato a Tel Aviv, nonostante i massacri in corso a Gaza, rischia di isolare l’Italia a livello internazionale. È ora di adottare una posizione più equilibrata e coraggiosa, che riconosca i diritti del popolo palestinese e lavori per una soluzione pacifica e giusta del conflitto.
In conclusione, è urgente un cambio di rotta. L’Italia deve smettere di essere un mero esecutore di ordini altrui e ritrovare una propria indipendenza e autorevolezza in politica estera. È necessario promuovere un ruolo attivo nei colloqui di pace per l’Ucraina, coinvolgendo tutte le parti in causa, compresa la Russia, e cercando soluzioni diplomatiche che possano porre fine a un conflitto disastroso. Allo stesso modo, l’Italia dovrebbe abbandonare il sostegno acritico al governo israeliano e impegnarsi per una Palestina libera e senza il giogo dell’occupazione israeliana.
Solo attraverso una politica estera autonoma e orientata alla pace, l’Italia potrà aspirare a essere protagonista di un mondo più giusto e sicuro, ridando dignità e prestigio al nostro ruolo internazionale.
Sul piano militare e dei conflitti in corso – Ucraina e Palestina – l’ubbidienza della Meloni agli ordini impartiti da Washington è totale.
Sul piano economico, per quanto riguarda i rapporti con Bruxelles e Francoforte, la posizione della premier italiana è più ambigua. Se da un lato ha votato contro il MES – e ha fatto benissimo! – dall’altro ha votato a favore, tramite il ministro Giorgetti, alla riforma del patto di stabilità, che è anche peggio del MES. Ha votato contro la von der Leyen alla presidenza della Commissione europea, ma subito dopo non ha fatto altro che tentare di ricucire il rapporto con lei. D’altronde, se si vota contro la von der Leyen, ma non si fa fronte comune con i Patrioti di Orban, a che serve averle votato contro? Ad avere qualche posticino nelle commissioni del Parlamento europeo?
Insomma, la politica estera della Meloni è tutto tatticismo e nessuna visione strategica. Ma l’Italia, per far fronte alle sfide del nuovo ordine multipolare che sta nascendo, avrebbe bisogno di un Governo veramente sovranista che ponga al centro della sua politica l’interesse nazionale. Non sembra proprio che il sovranismo di cartone della leader di FdI sia all’altezza di questo compito.
QUOTO…… ITALIA SOVRANA, POPOLARE, NO NATO, NO UE, NO DITTATURA OMS, NO GUERRA, NO POLITICHE GREEN ,AFRICA LIBERA ED INDIPENDENTE DAL GIOGO DEI COROTTI COLONIZZATORI .. .RECUPERARE LE OIGINARIE RADICI DEL NAZIONAL SOCIALISMO
AGGIUNGO ADESIONE AI BRICS
quoto in pieno su quanto riportato nell’articolo….. guardo con estremo interesse a cio’ che sta nascendo con l’alleanza rizzo\alemanno che stanno tentando, con grande maestria ed onesta’ intellettuale di superare la jurassica dicotomia dx\sx per proporre qualcosa di nuovo ed autenticamente antisistema…. non contano piu’ gli estremi…………….. gli estremi si possono e si devono unire in nome degli stessi valori di cui parla l’articolo. contano idee, uomini, progetti non superate e vetuste dicotomie.. QUINDI FORZA ALEMANNO\RIZZO
più che una lotta destra sinistra , la lotta è basso – alto popolo – élite
Assolutamente d’accordo. Si stanno introducendo le città ‘smart’, le città dei quindici minuti, che hanno come scopo solamente di rinchiudere ognuno nel proprio quartiere: se si viene da un quartiere periferico e degradato, si rimarrà lì. Chi vive nei quartieri alti non avrà più da preoccuparsi dei popolani e vivrà felice nel suo bel quartiere. La lotta è alto-basso.
Non vi preoccupate in tre anni questa destra inetta e bugiarda verrà spazzata via, perchè non ha fatto nulla di quanto promesso, in primis riforma della giustizia, fermare gli sbarchi e non essere succubi della Nato, addirittura ora l’UE ci impone anche di dare il Reddito di Cittadinanza agli immigrati, la destra non si è mai imposta non è stata mai capace di fare ciò che dice, poi se ti allei con soggetti come Taiani cosa pretendi?
Ma la cosa non mi dispiace proprio anche perchè il popolo Italiano merita il peggio considerato che il 25% vota per una froscia, io spero in Putin.