di Oliver Budai

Prima è scoppiata la polemica per il primo Teodoforo transessuale, “Minima geste”, e poi la storica scelta della Germania di avere come portabandiera il cestista Dennis Schröeder, africano e musulmano. Chiaro segno della sostituzione etnica e religiosa in atto in Europa. Sono, questi, nient’altro che gravissimi tentativi di ideologizzare una competizione sportiva come le Olimpiadi; qualcosa che non dovrebbe avere a che fare con la politica.

Non è il primo caso e nemmeno una cosa nascosta che l’ideologia globalista, per entrare anche nelle menti dei più giovani, utilizzi lo sport. Le competizioni sono seguite da milioni di persone, soprattutto, per l’appunto, dai più piccoli che non hanno ancora sviluppato una capacità critica e vedono come positivo qualsiasi cosa venga associata a ciò che gli piace; così facendo i padroni del mondo puntano a creare nuove generazioni, incapaci di ragionare, e che non andranno mai contro a questo scempio, perché una volta cresciuti sarà una cosa “normale”.

Ciò che è ancora più grave è la blasfema imitazione dell’ ultima cena da parte di un gruppo di transessuali, tanto che ha suscitato diverse reazioni negative, tra cui quella del ministro Salvini, che su X commenta: “Aprire le Olimpiadi insultando miliardi di Cristiani nel mondo è stato davvero un pessimo inizio, cari francesi. Squallidi.” Di certo, per la sua storica appartenenza a un partito di sistema, non può essere definito un “complottista”.

Più andiamo avanti e più chi ci governa non ha paura di mostrare il suo vero volto, ovvero quello di un odio maniacale per il cristianesimo e tutto ciò che lo rappresenta, tanto da sentire il bisogno di doverlo oltraggiare, più o meno velatamente, in ogni possibile occasione.

Nel vedere questo non dobbiamo intimorirci, ma trovare il coraggio di fare la nostra parte nella lotta del bene contro il male; sapendo che, come ci insegna il vangelo di San Matteo, le porte degli inferi non prevarranno.

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