di Roberto Fiore (foto: rainews.it)
L’attuale sconvolgimento internazionale, l’emergere fatti che incolpano CIA e Mossad nell’attuazione di attentati ed omicidi, stanno permettendo una rilettura delle stragi che hanno insanguinato e scosso l’Italia degli anni ’70.
La puntata di Report di qualche giorno fa è stata certamente essenziale nel chiarire il ruolo di Israele nell’abbattimento del DC9 di Ustica e di conseguenza nel possibile coinvolgimento in un’azione di false flag per la strage di Bologna; ma questo filone riserverà altre sorprese.
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Mattarella, a proposito della strage dell’Italicus, qualifica in queste ore in modo tranchant la strage come “fascista” in contraddizione con la realtà processuale che ha invece portato in 40 anni di processi,il risultato di zero condanne. Tutto questo va inteso all’interno di una infiltrazione di magistrati di estrema sinistra che ha cambiato la natura del processo che è tuttora concretamente attiva in molti processi, fra i quali quello del 9 ottobre (manifestazione contro CGIL) e quello sugli incidenti antilockdown di Napoli nell’ottobre del 2020. Ma questo è un altro discorso che sarà presto affrontato.
La tesi dei magistrati supera l’assioma antigiuridico del “non poteva non sapere” che rappresentò il cosiddetto Teorema Calogero utilizzato contro Autonomia Operaia in Veneto e Terza Posizione a Roma. Il filo che unisce i giudici dell’Italicus allora e quelli della DDA oggi è la “certezza in premessa della colpevolezza che anche se non dimostrata rimane tale”. Luciano Franci, attivista nazional-rivoluzionario accusato secondo lo stesso teorema e condannato nonostante il suo alibi per un attentato che non provoca danni né alle persone né alle cose, viene accusato in quanto profilo perfetto della strage dell’Italicus e condannato all’ergastolo. Solo la Cassazione gli renderà giustizia facendolo uscire dal carcere dopo 17 anni di detenzione… 17 anni.
La strage dell’Italicus, sappiamo oggi dalle testimonianza di familiari di Moro, serviva a fare fuori Aldo Moro nel ’74 che con quel treno cercava di raggiungere il Trentino per trascorrere lì le sue vacanze: la volontà di tenere alto il Pil Italiano (sic) e la posizione filo araba (il cosiddetto Lodo Moro) gli avevano guadagnato le minacce di Kissinger. Quelle minacce si tradurranno in morte nel ’78, visto che i nostri servizi allora erano pidduisti ed atlantisti mentre forse nel ’74 erano un po’ più onesti e difendevano gli uomini che erano preposti a difendere.
Moro fu prelevato dall’Italicus pochi secondi prima che partisse e dunque salvato. Mattarella dimentica questo dato che è chiaramente basilare nella ricerca della verità; vi furono dei coup de teatre importanti nell’inchiesta, in cui emerse il ruolo di estremisti di sinistra greci (trotzkisti che avevano svolto un’importante funzione filo americana anni prima contro i colonnelli nazionalisti greci). Lo stesso Giorgio Almirante entrò come testimone nell’inchiesta … ma il potere dei magistrati e del sistema atlantista fu tale da zittire tutti… e creare l’ennesima strage “fascista”.
La verità che sta emergendo è quella che ancora oggi fa comodo nascondere: tutte le stragi dal ’69 all’ 84 rilevano la presenza di una stato infame che ha agito in collaborazione con Kissinger ed altri uomini di Cia ed Israele per colpire uomini politici e destabilizzare l’Italia, coprendo il tutto, come sempre, sotto la conveniente false flag fascista.
certo giustissimo.le stragi furono compiute da CIA e israele con l appoggio dei servizi segreti x far fuori Moro e la sua politica filo araba e nazionalista x il benessere delk Italia.salvato dall italicus fy fatto fuori nel 78 con la farsa del rapimento ad opera di BR al servizio della CIA.LA sua politica fu ripresa nel 84 da Craxi ke fece la stessa fine. pke Craxi fu l unico a voler salvare Moro durante il rapimento?
Chi conosce la storia recente e ha un po’ di onestà intellettuale sa che le stragi che si sono succedute in Italia dal ’69 all”84 hanno una chiara matrice atlantista, ma da questa consapevolezza è ben lontano l’italiano medio. Eppure, il magistrato Ferdinando Imposimato, presidente onorario della Suprema Corte di Cassazione, intervenendo a un convegno svoltosi a Roma il 26 ottobre 2015, aveva dichiarato: “Nelle indagini che ho fatto sulle stragi in Italia, dalla strage di piazza Fontana alla strage dell’Italicus, dalla strage di piazza della Loggia a quella di Bologna, e le stragi di Capaci e via D’Amelio, si è accertato che l’esplosivo utilizzato veniva dalle basi NATO”. Una denuncia del genere avrebbe dovuto provocare un enorme clamore sui giornali e un vero e proprio terremoto nella politica e nelle istituzioni… e invece non ha suscitato alcuna reazione; è stata semplicemente ignorata da quel mondo politico-mediatico che puntualmente commemora i tragici anniversari di quelle stragi e ripropone sempre il solito cliché: “Strategia della tensione = stragi fasciste”.
Purtroppo, nel sentire comune degli italiani, la menzogna, ripetuta continuamente, diventa verità e passa alla storia.