di Alessandro De Luca
Lo Sharivari è un locale di Roma nelle immediate vicinanze di Piazza Venezia e il Pantheon, è un locale ben frequentato soprattutto dai turisti che vogliono vivere la Roma notturna in sicurezza, in totale divertimento. Nei giorni scorsi proprio allo Sharivari si è verificato l’ennesimo episodio di mala movida del centro di Roma questa volta da parte di immigrati nordafricani senza fissa dimora, dediti allo spaccio e a qualche scippo, che, su di giri, pretendevano di entrare nel locale e fare baldoria. Un piccolo esempio che però chiarisce i livelli in cui si è arrivati, che palesano ancora una volta le difficoltà di integrazione e di quieto vivere sociale dovuto al permessivismo e al buonismo del pensiero unico dominante e della politica di sistema.
E’ ora di smetterla di parlare in continuazione di finti dati occupazionali, di premeriati e autonomie e iniziare un percorso serio di analisi su povertà, degrado e violenze che si respirano ovunque. Anche parlare in continuazione di false riforme sulla giustizia ha tediato, sarebbe il caso di iniziare veramente una battaglia sulla sicurezza, di cui sempre si dice (per accaparrarsi consensi vedi Salvini o Meloni) ma mai si fa. Si possono inseguire riforme di ogni genere, e i partiti di sistema che copiano a voce quelli antisistema lo fanno continuamente, ma mancano le premesse ideologiche per riuscire: ad esempio le condizioni economiche, la moneta di debito come l’euro, non saranno mai costituenti e pilastri fondamentali per la risoluzione di un’economia forte, un’economia sovrana. Senza questa diventa impossibile fare investimenti sulla sicurezza o spingere per una maggiore forza di espulsione, con la proposta di un umano rimpatrio per chi non rispetta le regole. Ovviamente la questione dello Sharivari come tante altre questioni, non pertiene solamente all’immigrazione o alla presenza di minori problematici sul territorio, soprattutto di origine straniera, sempre più grave è il fenomeno delle baby gang, ma in generale manca un’educazione genitoriale che si fondi sui valori dello spirito e patriottici, piuttosto che sulla libertà in senso lato, falsa, avaloriale, che porta a commettere crimini o frequentare ambienti di droga. E il mondo mainstream è pieno di personaggi creati ad arte per sponsorizzare, volenti o nolenti, business criminali.
I nostri politici di sistema incontrano ogni giorno leader di tutto il mondo, promettono sempre miglioramenti ma questo governo, come tutti gli altri precedenti, in due anni non ha cambiato nulla. Nessuno ha il coraggio di prendersi la responsabilità di creare un regime di governo che privilegi la sicurezza e restituisca lo spazio vitale a chi vuole scegliere di essere educato e civile. Allo Sharivari di Roma, come a Milano, Napoli, Trieste o Torino: la politica di sistema non cambierà mai la storia, che pur loro conoscono, e che dagli stessi pare già scritta.
“La sicurezza del potere si fonda sull’insicurezza dei cittadini”, diceva Leonardo Sciascia.
Anche chi è fortemente critico dell’attuale assetto di potere, continua, in fondo, ad avere fiducia nello Stato quale mediatore delle reali esigenze della popolazione. Ebbene, questa fiducia è mal riposta! E’ necessario comprendere che siamo entrati in un’epoca in cui le vere o false emergenze (sanitarie, climatiche, migratorie, belliche, terroristiche ecc.) diventano veri e propri strumenti di potere per impaurire, deprimere e irregimentare la popolazione. In tale contesto, lo Stato (politici di sistema, burocrati e apparati repressivi) è nostro nemico.
Il problema dell’immigrazione incontrollata, che alimenta microcriminalità e tensioni sociali, rientra in questo quadro. E’ una bomba pronta a esplodere e pare che chi governa (a livello nazionale o locale, in modo ufficiale o occulto) non veda l’ora che esploda, così da poter giustificare, in nome della sicurezza e con il consenso delle vittime del degrado sociale, l’adozione di misure ancora più liberticide di quelle che sono state in vigore fino a poco tempo fa, durante la dittatura pseudo-sanitaria. Sembra una chiara applicazione del motto massonico “ordo ab chao” (ordine dal caos), ma un ordine che mira ad annichilire la libertà dei singoli e dei popoli.