di Oliver Budai e Gloria Callarelli
Dopo l’orrore della cerimonia di apertura, i giochi olimpici di Parigi hanno continuato a dare scandalo anche per la continua riproposizione di tematiche LGBT, con baci omosex da prima pagina, per il globalismo ipocrita (tra tutte le italiane solo la Egonu diventa icona volley), per atleti maschi che vincono medaglie in competizioni femminili e altri invece ammalati per giorni interi perché costretti a nuotare in un fiume sporco come la Senna; ma ciò che pochi hanno notato, neanche a farlo apposta, è la coincidenza di un velato simbolismo massonico-occulto nel corso dell’intera competizione, complici spesso, anche se in maniera forse inconsapevole, gli atleti stessi.
Le medaglie sfoggiate dai vincitori sorridenti, ad esempio, sul retro portano, che caso, un’immagine molto simile alla figura di lucifero (famosa quella della statua di Torino); oppure abbiamo notato l’occhio massonico in bella vista sull’uniforme della nazionale femminile israeliana di ginnastica ritmica. E che dire di tutti coloro che si sono coperti un occhio con la medaglia… Un gesto che certamente loro non conoscono e che ora gli spieghiamo: le celebrities di mezzo mondo lo usano per simboleggiare il sacrificio di una parte molto importante di loro stessi (l’occhio porta all’anima) per il successo. Un sacrificio che simboleggia l’asservimento ai programmi delle elite occulte che si possono tradurre in globalismo, mondialismo, NWO. Forse la prossima volta meglio evitare.
Inoltre, nonostante le scuse degli organizzatori per la cerimonia di apertura, dove hanno dichiarato non si volesse offendere alcun credo, nella cerimonia di chiusura il copione si è ripetuto e abbiamo assistito a una simbologia esoterica e di culto a satana. Era già intuibile dalla locandina dell’evento: al centro un uomo lucente che dal cielo cade verso la terra, chiaro riferimento alla caduta di lucifero. Troviamo poi la figura di satana, travestito da insetto, protagonista del macabro “spettacolo”.
Il professore Daniele Lovat lo interpreta così: “La rappresentazione di belzebù (significa “signore delle mosche”) in foggia di insetto divino antropomorfo, che poi nel suo essere satana (significa “nemico, avversario”) si manifesta anche come lucifero (significa “portatore di luce”) che instaura il suo dominio su un’umanità resa indistinta dall’illusione antropocentrica (chiari simbolismi espressi nei cerchi olimpici)”. In una successiva considerazione spiega anche che i cerchi sarebbero serviti per la riproposizione dell’uomo vitruviano, senza però il quadrato che significa i limiti fisici e le leggi immanenti della natura. Portando quindi a pensare che la redenzione dell’uomo arrivi con l’antropocentrismo. Secondo altri invece il cerchio sarebbe stato un ostensorio che, una volta riposto e sostituito con la scena dove l’uomo insetto (Belzebù) viene innalzato, dimostrerebbe la vittoria del Male sul Bene, quindi su nostro signore Gesù Cristo.
A prescindere da quale versione si voglia credere è palese che anche qua, in una maniera o nell’altra, non si sia persa occasione di un forte attacco simbolico al Cristianesimo da parte delle elite che governano da dietro le quinte. Oramai, c’è da dirlo, noioso, scontato e pure brutto.
Quanto più la Chiesa cattolica (nella sua dimensione visibile) rinuncia ad affermare la sana dottrina, quanto più cede al secolarismo per farsi benvolere dal mondo, tanto più in questo Occidente dominato dalla massoneria finanziaria a guida ebraica si moltiplicano le manifestazioni di irrisione e disprezzo nei confronti del Cristianesimo. Ormai i corifei dell’Occidente collettivo hanno perso ogni prudenza e remora, si sentono forti e non temono le reazioni della gente comune. La manifestazione olimpica parigina (come già qualche mese fa l’Eurovision) è stata un grande rito woke, gender e satanista, in cui hanno mostrato chiaramente il mondo che hanno preparato per noi, per la moltitudine degli “inutili mangiatori”: un mondo contrassegnato dall’orribile bandierina arcobaleno, un mondo fluido, dissacrato e nemico di ogni identità. Sta a noi accettarlo, adattarci ad esso o combatterlo con ogni mezzo spirituale e materiale, senza scendere a patti e compromessi.
Sono mostri , cominciando da quella brutta ebrea che si è messa al posto di Cristo nell’Ultima Cena. Portano con loro l’invidia storica che hanno nei confronti degli altri popoli e dei popoli bianchi in particolare. In maniera particolare odiano la donna bianca e cristiana. Se nel Medio Evo li chiamavano mostri giudei, significa che una ragione c’è e non sono pregiudizi antisemiti.