di Redazione (foto: Duma.gov.ru)
Dopo la libertà di stampa e dopo quella politica nella vicina Ucraina sarà vietata la libertà religiosa. Il Parlamento ucraino, infatti, ha approvato in queste ore anche un disegno di legge che prevede la messa al bando della Chiesa ortodossa legata al Patriarcato di Mosca. Kiev da tempo ha bandito i partiti di opposizione oltre che impedire una corretta diffusione delle informazioni in merito alla situazione politica e sociale del Paese. Ad alzare la voce in queste ore, tra gli altri, il consigliere regionale Stefano Valdegamberi, da sempre vicino alle dinamiche russo-ucraine.
“Da cittadino, prima ancora che da politico, rimango basito – spiega Valdegamberi – per l’indifferenza e l’incoerenza della politica italiana ed europea nei confronti di questi gravi fatti. Sono queste le “democrazie” a cui inviare le armi mandando il conto ai contribuenti italiani? Oppure i valori democratici valgono a giorni alterni, a seconda della convenienza geo-politica? La nuova legge viola la Costituzione ucraina e una serie di obblighi internazionali che lo Stato deve rispettare. Caro Ministro degli Esteri, nel diritto internazionale esistono dei doppi standard di giudizio? Il provvedimento riporta alla mente non solo l’ideologia atea dell’epoca sovietica ma anche i suoi metodi per vietare la Chiesa usando accuse politiche. Tutto nel nome della libertà? Dov’e’ nascosta l’Europa dei diritti?”
Cosa farà il governo Zelensky per accertarsi che la coscienza spirituale dei cittadini ucraini sia in linea con la sua politica? Metterà le microspie nei confessionali? Cambierà le preghiere? Al posto dell’Ave Maria imporrà l’Ave Bandera?